domenica 17 settembre 2017

“A HUMBLE BOW”. IL VIAGGIO FOTOGRAFICO DI TOMASO CLAVARINO NEL MONDO SADOMASO

http://www.nuovasocieta.it/luci-della-ribalta/a-humble-bow-il-viaggio-fotografico-di-tomaso-clavarino-nel-mondo-sadomaso/

di Emanuele Rebuffini

Un viaggio in un mondo nascosto, fatto di catene, corde e vestiti di latex. Due anni di lavoro in giro per l’Italia tra party privati, incontri occasionali, appartamenti e alberghi. Tomaso Clavarino (Torino, 1986) è un fotografo documentarista che si è sempre occupato di diritti umani, conflitti, tematiche sociali, lavorando per prestigiose testate nazionali ed internazionali (Newsweek, Vanity Fair, Der Spiegel, Washington Post). “A Humble Bow (Un Umile Inchino)” è il titolo del progetto fotografico dedicato all’universo del BDSM (Bondage, Disciplina, SadoMasochismo): una sessantina di fotografie raccolte nel volume pubblicato dall’editore portoghese The Unknown Books, venti delle quali sono diventate una mostra ospitata dalla galleria d’arte Paolo Tonin (fino al 21 febbraio) ed organizzata come un evento collaterale alla rassegna internazionale sul cinema erotico Fish&Chips Film Festival. Fotografie che turbano e disturbano e che aprono uno squarcio su un universo sommerso che viene solitamente rappresentato in modo stereotipato.


Perché un fotografo che ha realizzato reportage in Europa, Africa e Nord America, occupandosi sempre di conflitti e diritti umani, decide di dedicarsi a un mondo così particolare come quello del bondage e del sadomaso?

«Da un po’ di tempo desideravo affiancare al mio lavoro quotidiano dei progetti più personali da poter sviluppare sul lungo periodo. Lavorando per i media prevale un’informazione veloce, c’è poco tempo da dedicare alle singole storie e questo fa sì che sia difficile entrare davvero nelle realtà che si vogliono raccontare. Per andare in profondità occorre calarsi dentro per un certo arco di tempo. Questo progetto sul BDSM l’ho iniziato quasi per caso, perché mi incuriosisce il substrato culturale e sociale del nostro Paese, soprattutto laddove va a scontrarsi con l’anima più bigotta e conservatrice. Siamo bombardati di preconcetti, mentre io volevo indagare ciò che sta sotto la facciata di quello che leggiamo sul BDSM. Non avevo alcuna conoscenza di questo mondo, non ne facevo parte, così ho iniziato a navigare sul web dove esistono numerose chat e forum per gli appassionati del genere, quindi ho iniziato a contattare le persone dicendo subito con chiarezza chi ero e cosa volevo fare. Poco per volta si sono sviluppati rapporti di fiducia, e questa è la cosa più importante dal punto di vista fotografico. Per un fotografo documentarista come me che crede nell’empatia come strumento e obiettivo del lavoro fotografico, è determinante instaurare un rapporto di fiducia con i soggetti che si vogliono fotografare, ancor di più se affronti un tema così hard. È un lavoro che ha richiesto due anni, tra ricerca, contatti e tempo necessario a instaurare un rapporto di fiducia per poi poter iniziare a scattare.»


Chi sono i protagonisti delle tue foto? Che cosa è il BDSM dal punto di vista sociale e geografico?

«Il mondo BDSM è decisamente eterogeneo, troviamo un po’ di tutto, direi più uomini che donne, nel Nord Italia è più sviluppato e strutturato, da Torino a Milano fino a Venezia, con Bologna come epicentro perché lì si registra un particolare fermento. Per quanto riguarda le classi sociali si va dall’operaio al programmatore informatico, dall’avvocato al manager, anche se sicuramente molti dispongono di un buon reddito, visto che partecipare a feste private o andare da una mistress comporta dei costi.»

Perché il titolo “A Humble Bow”?

«In un forum mi sono imbattuto in un messaggio di uno ‘schiavo’ alla sua mistress che si concludeva con queste parole: “un umile inchino”. Una frase che mi ha colpito, e che contrasta anche con quanto emerge dalle mie foto, perché in un mondo che appare come fatto di violenza e rapporti duri e crudi, alludeva a una qualche dolcezza, a dei sentimenti che effettivamente esistono. BDSM non vuol dire “vado a farmi gonfiare di botte e faccio un po’ di sesso”. Leggiamo molto sul BDSM, ma la realtà di questo mondo ‘nascosto’ è decisamente diversa da come ci viene normalmente presentata.»


Nei tuoi scatti non c’è esibizione di nudo. Il BDSM ha a che fare più con il potere e la denominazione che con il sesso?

«Non volevo dare vita ad un lavoro voyeuristico o rendere queste persone delle macchiette. Il primo stereotipo che emerge dalla narrazione sui media è che si tratti di pervertiti dal punto di vista sessuale. Cosa falsa, non solo perché non sono dei pazzi, degli psicopatici con deviazioni sessuali, ma perché nel mondo BDSM non esiste il rapporto sessuale o, meglio, quelle pratiche non sono finalizzate al rapporto sessuale. Non è quello ciò che conta, ma il rapporto di dominanza tra due persone. Un rapporto ben definito, anche se non ci sono contratti firmati come in Mille sfumature di grigio, ma ci sono regole ben chiare, codici, parole d’ordine che si usano quando ci si deve fermare, non si oltrepassa mai il limite, c’è un profondo rispetto tra le persone. Più che il sesso, c’è la sessualità. Ciò che conta sono la dominazione e la sottomissione, sia fisica sia psicologica, tra due persone, il poter disporre, in certi contesti e in certi momenti, di una persona nella sua totalità. Una persona che ti si dedica o a cui dedicarsi in modo totale. Per qualcuno il BDSM è parte della propria sensualità nella sua interezza, per altri un percorso per scoprire nel profondo la propria sessualità ed andare alla ricerca del proprio Io, per alcuni è uno stile di vita oppure un gioco. Fantasia e humour sono alla base del BDSM, e molte delle pratiche, che al di fuori di un contesto di consensualità sarebbero trattate come violenza sessuale, diventano qui una fonte di mutua soddisfazione e stimolazione per la costruzione di più profonde relazioni interpersonali. Con i miei scatti volevo raccontare le dinamiche interpersonali e psicologiche che si vengono a creare, il nudo in sé non mi interessava in quanto non mi dava nulla in più rispetto a quanto mi premeva narrare.»

www.toningallery.com

www.tomasoclavarino.com




sabato 8 luglio 2017

L’estasi del dolore: l'universo Bdsm negli scatti di Francesco Cabras

http://www.lanouvellevague.it/lestasi-del-dolore-luniverso-bdsm-negli-scatti-di-francesco-cabras/

Oscena è la perdita di sé cui l’esposizione reiterata di immagini espone chi ne è oggetto.
Oscena è l’identificazione con icone che cancellano le identità piuttosto che rivelarle.
Oscena è l’intercambiabilità con cui il corpo si offre allo sguardo, divenendo corpo di tutti.
Oscena è la perdita di singolarità cui la figura è stata sottoposta

Ho ripensato alle parole di Anna D’Elia quando mi sono imbattuta nelle foto di Francesco Cabras,in quei corpi legati, ingabbiati, avvinghiati, congiunti, intrappolati ho visto il pathos di antiche icone cristiane di martirio, ho sentito l’esigenza di annusare una dimensione lontana ma che ho pensato sin da subito estremamente affascinante. Francesco Cabras nella sua carriera ha sperimentato diversi veicoli di comunicazione, la fotografia è stata la prima scoperta, a soli undici anni, quasi un enfant prodige, inizia a scattare immagini divenendo qualche anno dopo corrispondente per diverse testate giornalistiche dove sperimenta molteplici linguaggi legati alla figura: dai reportage di viaggio ai racconti musicali, dimensioni differenti da sondare ma che non riuscivano ad appagare pienamente quella sete di trasparenza, quella voglia di vedere attraverso.

Cabras raccoglie l’eredità fotografica anche nei suoi lavori dedicati alla regia, è da poco tempo però che hacaring-48 ricominciato a scattare e gli sviluppi di questo suo ritorno alle origini sono divenuti una mostra visibile a Milano nello spazio De Chirico e Udovich dove le immagini svelano l’intricato mondo del BDSM. Una lunga chiacchierata con Cabras ha dato luce alla curiosità di capire cosa si cela realmente dietro certe pratiche di costrizione del corpo laddove quel superficiale senso di perversione diviene un elemento tangibile per comprendere la parte invisibile di noi stessi, scoprendo così che nel sotto celato mondo del bondage e del sadomasochismo possiamo rivelare una parte inconscia del nostro essere.

Francesco da cosa nasce il tuo immaginario? Quali sono stati gli apporti visivi che hanno influenzato la tua sensibilità compositiva?

15-bdsm-23 Mi colpiscono e interessano molto la comprensione e la forza del potere psichico delle immagini. L’immagine, come il suono, prima della parola compresa o letta, ha un potere evocativo che non ha necessariamente bisogno di strumenti cognitivi o culturali. Non sempre perlomeno. Un’immagine, se possiede spessore, può attivare la possibilità di sviluppare il senso poetico della vita in chiunque. Il mio immaginario come quello di moltissimi è stato influenzato anche dalla pittura e dalla storia dell’arte. Per esempio i ritratti degli impressionisti, l’iconografia della scuola fiamminga e la ieraticità di certe icone sacre bizantine. Riuscire a ritrarre un volto i cui tratti somatici comunicano qualcosa di sottile o poco comprensibile mi attrae molto. Non è mai stato un procedimento razionale ma quando cerco un viso ho la percezione esatta del tipo di sguardo o di temperatura degli occhi che voglio provare a ritrarre. Nella tradizione iconografica russa i pittori impiegavano molti anni per imparare a cogliere nei santi e nei beati cristiani lo sguardo che dovesse rappresentare la porta di percezione tra il reale e il mondo metafisico, quello che per i cattolici e gli ortodossi rappresentava l’accesso al regno dei cieli. Ecco, mi sembra un buon parametro cui ispirarsi, a prescindere dai risultati ovviamente!


Un’altra influenza essenziale è stata la scoperta stupefatta della bellezza nella materia comune, quella, per intenderci, di Burri e Fontana. E’ un po’ come se abbia avuto sempre bisogno di una dicotomia esistenziale oltre che di espressione: rigore formale ed esplosione emozionale, due elementi che in realtà separiamo spesso solo a causa dei nostri limiti ma che in qualche modo sono parti di una stessa cosa.



Le tue fotografie che in questi giorni sono in mostra a Milano mi hanno colpito perché osservando quelle trasgressioni attraverso un filtro ben delimitato, quasi ci fosse una distanza di sicurezza, un limite invalicabile ho riscontrato la possibilità di sondare un mondo che non mi appartiene ma che credo inevitabilmente dica qualcosa di ognuno di noi, in quella distanza di protezione lo spettatore si lascia trasportare da una dimensione sconosciuta e lontana. Da cosa è scaturita la ricerca di questo tipo di immaginario?

Non ho mai avuto una vera o cosciente attrazione erotica ne’ razionale verso l’estetica del BDSM. Non mi sono mai4-bdsm-7-2 appassionato a quel tipo di pratiche su cui non ho interesse a dare alcun tipo di giudizio etico. Ciò che più mi ha colpito è che in quegli scambi basati sulla punizione e sulla costrizione ho visto un’articolazione di rapporti modulati da uno scambio affettivo e di tenerezza complessi. Per questo motivo ho chiamato il lavoro ‘Tecniche di consolazione’. In mezzo alla cera bollente, ai nodi, alle gabbie, esiste uno scambio fisico che non è sessuale, di sesso ce n’è abbastanza poco, mi appariva più come un bisogno di essere cullati, protetti, curati. Le nostre esperienze infantili sono determinate dai genitori attraverso il premio o la punizione, e questo meccanismo può restare molto presente anche nei rapporti tra adulti. Le relazioni di coppia contengono inevitabilmente giochi di sopraffazione consapevoli o meno, sono aspetti apparentemente più animali che fanno parte di ognuno. Parlare così brevemente e superficialmente come sto facendo di questi temi complessi potrebbe suonare un po’ confusivo guardando ai tanti casi di cronaca che quotidianamente leggiamo, femminicidio eccetera, ma questo legame spesso interscambiabile tra dominatore e dominato è un elemento abbastanza naturale nelle logiche di una relazione e non ha niente a che fare con la criminologia.


La pornografia è ciò che trasforma un corpo in un cadavere. Ho pensato a queste parole mentre riflettevo sul concetto di osceno, che cos’è per te pornografia?

5-bdsm-5E’ una domanda molto difficile. Forse la pornografia è un tentativo fallito di rappresentazione della sessualità. E’ un paradosso, una messa in scena anche molto realistica che desacralizza ed elimina qualsiasi vero rapporto con i sensi e con l’eros. Dopo un’inevitabile seduzione iniziale ciò che rimane fastidioso della pornografia è il grande inganno che mette in scena perché tenta di mostrare il più complesso e semplice momento di intimità personale e cosmica senza riuscirci. L’inganno consiste nell’impossibilità di comunicare quell’atto così misterioso e cruciale. Si potrebbe dire che non siano quelli gli intenti della pornografia, ma credo che sotto tutta questo spiegamento di mezzi ci sia qualcosa riconducibile a quella tensione.


Nell’istante in cui hai scelto di scattare quel tipo di immagini cosa hai cercato realmente? Qual è stata la visione che ha fatto scaturire le tue fotografie?

C’era una componente invisibile al di là di quanto si potesse osservare, diciamo che le forze in gioco erano tante e le più interessanti per me non erano percepibili dalla retina o dal ccd. Ho cercato presuntuosamente di rendere quello. Quindi per risponderti, la visione che ha fatto scaturire le mie fotografie non era visibile! Oltre ai tagli e alle corde esisteva una modalità di affetto e ricerca di amore che in quel contesto acquisivano un forte valore romantico direi. Le pratiche del BDSM vengono messe in atto da tutti noi in misure diverse, non c’è necessariamente bisogno di fruste o lattex.


Photo credit ©Francesco Cabras ‘Courtesy: De Chirico e Udovich Con Temporary’

domenica 12 marzo 2017

Urbex photograpfy: esplorazione urbana di luoghi abbandonati e il racconto de 'La soffitta'

da Wikipedia

L'Urban Exploration (spesso abbreviata in urbex o UE), tradotta letteralmente dall'inglese come "esplorazione urbana", consiste nell'esplorazione di strutture costruite dall'uomo, spesso rovine abbandonate o componenti poco visibili dell'ambiente urbano. La fotografia e la documentazione storica sono ingredienti essenziali di questo hobby e, anche se talvolta esso può condurre allo sconfinamento su proprietà private, non è questa la regola e comunque le intenzioni sono oneste.



L'Urban Exploration è anche comunemente indicata come "infiltrazione"; tuttavia alcuni praticanti preferiscono limitare tale denominazione alla sola esplorazione di siti attivi o abitati. Talvolta viene anche chiamata "speleologia urbana" o "arrampicata urbana", a seconda dei luoghi visitati. Esempi di questa attività sono l'esplorazione di palazzi sia abbandonati che ancora abitati, di sistemi urbani di drenaggio delle acque, di tunnel di servizio, di passaggi sotterranei e simili.


Per sua stessa natura l'urbex comporta diversi fattori di rischio, dai pericoli fisici veri e propri alla possibilità di infrangere la legge con relative sanzioni sia pecuniarie che penali. In diversi paesi, infatti, alcuni comportamenti connessi con l'esplorazione urbana possono violare leggi nazionali, regolamenti locali e interpretazioni più o meno libere delle normative contro il terrorismo, oppure possono essere anche considerati forme abusive di accesso o lesioni della privacy.


Nella fotografia vi sono molti generi. Uno di questi è l'urbex ossia cercare luoghi abbandonati per fare servizi fotografici di forte impatto emozionale e visivo. Nel Bdsm questi luoghi possono essere interessanti per sessioni un pò particolari e diverse dal solito. Il consiglio è quello di andarci sempre accompagnati per evitare brutte esperienze non sapendo chi ci possa essere in questi luoghi che attirano persone di vario genere.

Sicuramente ne uscirà un bel lavoro sia fotograficamente parlando che sado-maso. A volte per raggiungere queste location occorre camminare come ad esempio resti di castelli e fortezze, interi paesi abbandonati. Penso che la fatica per raggiungerli sia ben spesa venendo ripagata anche dal lato emozionale e di forte impatto.

Scrivo racconti e vi lascio l'inizio di uno di questi, intitolato 'La soffitta'.


Lei sapeva di dover essere punita; Lui l'aveva rinchiusa in quella soffitta umida e polverosa con la benda sugli occhi.

Dal vecchio grammofono funzionante la musica si diffondeva nell'ambiente, musica sensuale che accendeva i suoi sensi già abbastanza caldi.

Dal suo petto usciva il suo respiro in maniera sempre più veloce...sapeva che Lui era lì e la stava osservando, sentiva la sua presenza e a volte udiva l'asse del pavimento cigolare.

Quell'attesa la snervava...era questo il suo gioco; lei immobile, a capo chino attendeva e più il tempo passava, più temeva e agognava la sua meritata punizione.(continua)

©Lara Bianchi copyright -pubblicato in data 12 Marzo 2017

























lunedì 16 gennaio 2017

Helmut Newton e la sua visione della donna discinta nella fotografia

http://www.viaggiofotografico.it/3491/helmut-newton-roma/

Helmut Newton, senza dubbio un nome che ha fatto la storia della fotografia anche quando era ancora vivo. Famosissimo e amatissimo da tutti Helmut Newton è sempre stato un personaggio di grande spicco, un divo a tutti gli effetti, parte integrante dello star system che ha sempre raccontato e descritto nelle sue immagini. Newton insomma non è mai stato un osservatore di un certo mondo, non un narratore reporter affascinato dai suoi soggetti, lui raccontava il suo mondo vivendoci dall’interno come suo stile di vita e mostrandoli all’esterno con le sue fotografie come icone di un mondo altrimenti inaccessibile ai più.


Le sue immagini ci raccontano di ville con piscina a Montecarlo, di attici a Manhattan o ai piedi delle Torre Eiffel, lui scattava per lo più in casa di amici o in quelle delle persone che ritraeva o nelle sue case che aveva sparse per il mondo. Le sue location preferite erano le grandi città come Parigi o Berlino, o le ville monumentali del lago di Como… Visioni di vita quotidiana, la sua. Concessioni fatte all’umanità di poter dare uno sguardo ad un mondo abitato da donne bellissime, discinte e disponibili, che vivono in case da film. Quelle di Newton sono delle visioni voyeuristiche di una società occidentale ricca e opulenta, arrogante e trasgressiva. Le donne di Newton sono annoiate, prepotenti, capricciose e fisicamente perfette, sono le donne che tutti gli uomini vorrebbero avere ma nessuno vorrebbe sposare, ma sono donne spesso tristi, insoddisfatte, la loro disponibilità è solo fisica, non morale.


Queste donne si baciano tra loro per noia, perchè vivono da sole in case senza uomini troppo affaccendati a fare altro. Le rare volte che gli uomini appaiono al cospetto di queste donne languide hanno sempre un ruolo subalterno, sottomesso, servile. Ecco quindi uomini baciare manichini o stare con lo sguardo basso, preso da altri pensieri mentre ci sono due donne davanti a lui riflesse nello specchio che amoreggiano tra loro completamente nude. Le donne di Newton arrivano ad interpretare il ruolo dell’altro sesso fino al punto di indossare abiti maschili e a tagliarsi i capelli in un continuo gioco fatto di ruoli e di identità. Gli uomini nel migliore dei casi stanno a guardare o sono schiavi della bellezza femminile.


Le modelle che il grande maestro tedesco sceglie per le sue visioni fotografiche giocano alla cavallina con tanto di frustino tra i denti all’interno di lussuosissime residenze, vestono con vertiginosi tacchi a spillo e ostentano la loro superba bellezza facendone un uso di fortissimo erotismo, mai volgare, mai pornografico. Per primo Newton ha portato il nudo nella fotografia di moda, pubblicizzando gli abiti e gli atelier internazionali con modelle in nudo integrale.
Vedendo la mostra di Roma, con oltre 200 foto tratte da 3 libri che sono stati diffusi in tutto il mondo, si ripercorre la storia della poetica visiva di questo grande artista. L’osservatore poco attento viene immancabilmente rapito dalla bellezza plastica delle modelle che qui vengono usate nel vero e proprio senso letterale del termine per interpretare il loro quotidiano, per quanto questo sia distante dal vissuto comune. Ad uno sguardo più approfondito ci si rende conto di come queste foto abbiano dettato 40 anni fa gli stili della fotografia moderna e contemporanea, di come le sue inquadrature, i suoi tagli e lo stile cromatico che otteneva in camera oscura siano oggi del tutto attuali e gli stessi che cerchiamo di ottenere con gli effetti di Photoshop.





venerdì 11 novembre 2016

La sculacciata erotica nella pittura dell’800

http://www.stilearte.it/la-sculacciata-erotica-dalla-pittura-dell800-a-50-sfumature-di-grigio/


Tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, assistiamo al moltiplicarsi, all’interno delle tavole e dei dipinti di arte erotica, della sculacciata. Sopraffazione e sottomissione, ricordi di antiche punizioni corporali – legate a un’educazione punitiva – ammissione di essere in una condizione pre-erotica che va al tempo stesso punita e portata a termine nel disdicevole e nel peccato, coscienza dell’imminente liberazione di pulsioni proibite costituiscono i complessi rinvii di una pratica che oggi non alligna più come un tempo, in modo ossessivo, nel rapporto tra educazione repressiva e spudoratezza nell’esercizio della sessualità, ma che trova uno spazio diverso, come esplorazione delle diverse integrazioni tra corpi. Anche Balthus (qui sotto) ha prodotto un dipinto, La lezione di chitarra, in cui la lotta tra la ragazza e l’insegnante, contiene tutti gli elementi di contrasto, ma al tempo stesso di violenta sensualità, che si instauravano tra adulti e ragazzi, nel momento della ribellione e delle punizioni corporali ad essa collegati....

.........Oggi, evidentemente, il cosiddetto spanking, rientra più nelle varietà offerte nell’ambito di un rapporto sado-maso, nella connotazione del dolore e della sottomissione, ma forse non conosce le sfumature di tipo culturale – intense nell’ambito della cultura materiale dell’atto educativo – che avevano caratterizzato la pratica erotica dello sculacciata nelle generazioni precedenti. prima che anche questa punizione fosse ufficialmente bandita e considerata deleteria sotto il profilo pedagogico.




Nell’ambito iconografico assistiamo molto spesso all’intensificarsi dell’apparire di scene a mani nude o con minuscoli frustini vegetali, che sembrano precedere il rapporto sessuale vero e proprio, in cui è il maschio (che rappresenta la figura autoritaria, fortemente attiva sessualmente) a picchiare la propria donna. Da sottolineare la presenza di un filone tedesco degli anni Venti, interpretato da un disegnatore/ice che si firma Helga Bode, fortemente punitiva e sadomaso, legata alla gerarchia e ai rapporti di potere, nelle cui tavole appaiono, molto spesso. sculacciate da parte di militari nei confronti di ragazze....

In diversi casi, si registra, sotto il profilo iconografico, anche tra donne, in rapporti omo-erotici, nel corso dei quali si evidenzia una netta differenziazione dei ruoli o in giochi tra due donne per un uomo che guarda.


La donna, nelle illustrazioni di matrice francese, sembra accettare con piacere, poichè sente di essere punita per i pensieri “impudichi” alimentati fino a quel momento; e al tempo stesso risulta eccitata dall’evoluzione di elementi arcaici di imprinting della propria sessualità e avverte la necessità di alternare sottomissione e ribellione, attraverso il libero esercizio delle azioni che ella compirà successivamente. Sotto il profilo puramente meccanico questa azione non doveva essere mai particolarmente pesante, ma intendeva far emergere i “pensieri impuri” dell’infanzia e a far affluire maggiore quantità di sangue nelle zone erogene. L’addio alla sculacciata erotica intesa come evoluzione simbolica di punizioni corporali infantili -e non solo come una variante dei preliminari erotici – si può registrare nei primi anni Settanta, con un paio di film ad essa dedicati. Questo tipo di pratica (detta appunto spanking in inglese e fessée in francese) è stata celebrata dal film francese La fessée del 1976 del regista Burd Tranbaree,
la-fessee-


Questo tipo di pratica (detta appunto spanking in inglese e fessée in francese) è stata celebrata dal film francese La fessée del 1976 del regista Burd Tranbaree,
la-fessee- dal film italiano La sculacciata, del 1974, del regista Pasquale Festa Campanile, con Sydne Rome.Ritorni alla nuova sculacciata-spanking si registrano nella canzone Hanky Panky del 1990 della cantante Madonna con il relativo videoclip.Si menzionano poi L’arte della sculacciata del 1989 di Jean-Pierre Enard con le illustrazioni di Milo Manara, Elogio della sculacciata del 1997 di Jacques Serguine e Sculacciate e sculacciati del 2000 di Paul Stoves.






venerdì 16 settembre 2016

FILM SUL BDSM

HISTOIRE D'O

E' stato il primo film sul genere Bdsm che ho guardato. Successivamente ho letto il libro. Ero rimasta intrigata e nello stesso tempo, stupita dalla trama. Una donna che accetta in silenzio una sottomissione all'uomo che ama. Con il trascorrere del tempo ho fatto le mie scelte non in linea con quello raccontato nel film. (Lara Bianchi-16/9/2016)

E' un film del 1975, censurato ai tempi e ora liberamente distribuito sul web. Schiava d’amore di René, la bella O s’acconcia docilmente a essere usata da altri uomini mascherati secondo il volere del suo amante e padrone, persino a farsi seviziare da un sadico nobile britannico che, però, s’innamora di lei, docilmente disposto alle sue ritorsioni.



A DANGEROUS METHOD

Questo film è stato per me una piacevole e interessante visione e non lo etichetterei come film Bdsm. Ambientato all'interno di un ospedale psichiatrico racconta la storia di una malata di mente entrando nei particolari del pensiero di Freud sull'isteria . Particolare l'impeto dell'amicizia di quest'ultimo con Jung, uno dei più noti e influenti seguaci di Freud. (Lara Bianchi-16/9/2016)

'Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi delle paure degli altri' Jung

http://bdsmcreuzadumale.blogspot.it/2013/06/a-dangerous-method-trailer-italiano-2011.html


https://it.wikipedia.org/wiki/A_Dangerous_Method

A Dangerous Method è un film biografico del 2011 diretto da David Cronenberg.

Il film, ambientato tra Zurigo e Vienna alla vigilia della prima guerra mondiale, si basa sui rapporti turbolenti tra lo psichiatra Carl Gustav Jung, il suo mentore Sigmund Freud, il loro collega Otto Gross[1] e Sabina Spielrein, una donna bella e tormentata, che si frappone tra loro, instaurando una relazione amorosa con il primo di questi.

La sceneggiatura è curata da Christopher Hampton, che ha basato per il grande schermo un suo lavoro teatrale del 2002, a sua volta basato sul libro di John Kerr Un metodo molto pericoloso del 1993.


Trama


Zurigo, 1904. Lo psichiatra ventinovenne Carl Gustav Jung è all'inizio della sua carriera, e vive con sua moglie Emma, incinta, presso l'ospedale Burghölzli. Ispirandosi al lavoro di Sigmund Freud, Jung decide di tentare sulla paziente diciottenne Sabina Spielrein il trattamento sperimentale di Freud noto come psicoanalisi o “terapia delle parole”.

Sabina è una ragazza russa di cultura elevata, che parla correntemente il tedesco: le è stata diagnosticata una grave forma di schizofrenia e ha fama di essere pericolosamente aggressiva. Nei colloqui con Jung rivela un'infanzia segnata da umiliazioni e maltrattamenti da parte del padre, un uomo autoritario e violento, e successivamente rivelerà di provare piacere sessuale nell'essere picchiata e umiliata. A poco a poco, iniziata la terapia, tra medico e paziente inizia ad accendersi un'attrazione reciproca.

In seguito alla corrispondenza sul caso Spielrein, Jung stabilisce un rapporto di amicizia con Freud, ma mentre va approfondendosi la relazione tra lui e Freud, che vede nel giovane collega il suo erede intellettuale, si ispessisce anche quella fra Jung e Sabina, che, nonostante la malattia, rivela una mente brillante. Il suo trattamento ha successo e Sabina intraprende la carriera di psichiatra su incoraggiamento di Jung.

Quest'ultimo intanto, violando l'etica professionale, inizia una relazione con Sabina, decidendo poi di troncarla, a malincuore, poco tempo dopo, spezzando il cuore della donna ed il proprio. La decisione che fa esplodere la rabbia di Sabina, che decide di diventare paziente di Freud, mantenendo comunque un legame sentimentale con Jung, che riprenderà, più forte di prima, poco tempo dopo, per poi concludersi definitivamente e dolorosamente. La contestata relazione è causa della rottura del rapporto di amicizia tra Freud e Jung, che entrano in conflitto professionale tra di loro.

Anni dopo, avviene un ultimo incontro tra Sabina e Jung, durante il quale si viene a sapere che Jung ha una nuova amante, anch'ella in passato sua paziente, ma che egli è ancora innamorato di Sabina, alla quale rivela di essere stata la donna più importante della sua vita e di essere dispiaciuto di non essere riuscito ad essere lui il padre del figlio che la Spielrein porta in grembo. Quest'ultima infatti, si è sposata ed è incinta, ma è rimasta innamorata di Jung, le cui cure ed il cui amore non potrà mai dimenticare.





1986 » Velluto Blu


In una quieta cittadina della California un giovane trova un orecchio umano in un prato e lo porta alla polizia. Insieme a Sandy, comincia a investigare e presto i due scoprono che devono cercare nella vita di Dorothy Vallens.

Un'opera preparatoria, interessante per le sue simbologie, che hanno concimato il terreno per la più feconda filmografia lynchiana successiva
Annalice Furfari * * * - -
Lumberton è una tranquilla cittadina americana di provincia, dove non succede mai niente di memorabile. Eppure, un giorno, il giovane studente Jeffrey Beaumont, di ritorno a casa dal campus universitario per far visita al padre malato, fa una macabra scoperta: in un campo vicino casa trova un orecchio umano. Portandolo alla polizia, Jeffrey conosce Sandy, la bella figlia del detective Williams. Spinti dalla curiosità e dal desiderio di fare nuove esperienze, spezzando la monotonia delle loro giornate, i due giovani cominciano a investigare sullo strano caso dell'orecchio mozzato. L'indagine in proprio porta Jeffrey a casa di Dorothy Vallens, seducente e misteriosa cantante di un night club.
È nella sequenza iniziale che il cineasta David Lynch ha racchiuso il senso del suo quarto film, il tanto discusso e ciò nonostante apprezzato Velluto blu. Blu come il cielo che apre il lungometraggio, sulle note rasserenanti della "Blue Velvet" di Bobby Vinton, leitmotiv dell'opera. Così come rassicurante è il passaggio in camera di un pompiere che saluta sorridente, mentre veglia sulla sicurezza degli abitanti di una cittadina dalle villette a schiera, rigorosamente bianche, perfettamente intonate al verde dei prati e al giallo dei fiori che le ornano. Ma la serenità - tanto accentuata da risultare quasi finta - di questa immagine da cartolina della lieta provincia americana viene subito turbata da un evento stonato: un uomo è colto da un malore.
Così, alla melodia idilliaca di "Blue Velvet" si contrappongono gli aspri e stridenti suoni del sottosuolo brulicante di insetti minacciosi. A mettere in comunicazione il mondo di sopra con quello di sotto, in un film giocato su simbologie uditive, è un orecchio. Il macabro oggetto che dà vita all'intreccio è la chiave che spalanca al giovane protagonista le porte dell'età adulta. Come in un rito di iniziazione, Jeffrey si lancia in un'avventura - dapprima un gioco, poi sempre più pericoloso - che lo condurrà alla consapevolezza della raggiunta maturità. Il prezzo da pagare è la perdita dell'innocenza, la presa di coscienza del male che sporca i colori di un mondo pastello, albergando in società ma soprattutto nel lato oscuro di ognuno di noi.
Dalle simbologie uditive - valorizzate da questo primo fortunato incontro con il compositore Angelo Badalamenti - il genio folle e visionario di Lynch passa alle simbologie visive, cromatiche, supportate dalla bella fotografia di Frederick Elmes, che ci regala il contrasto tra un mondo azzurro e un altro blu notte. Blu come il velluto della vestaglia di Dorothy e come le note tristi e seducenti che intona ogni sera. Blu come la malattia della violenza che la avvolge e la contagia ogni notte, mentre viene spiata, dalle ante di un armadio, dal giovane Jeffrey, che con lei perde l'innocenza e trova il desiderio. Diviso tra due donne agli antipodi (la bionda e angelica Laura Dern, la bruna e oscura seduttrice Isabella Rossellini), Jeffrey (il Kyle MacLachlan futuro agente Cooper di Twin Peaks) testa la propria mascolinità, scegliendo la strada da intraprendere, a costo di perdersi.
Non sono solo i bravi interpreti di questo film che ritroveremo in parte nella fortunata serie tv del 1990. L'intero Velluto blu appare come la prova generale de I segreti di Twin Peaks e del suo indagare tra le staccionate e le lenzuola della sonnolenta provincia americana, portandone allo scoperto, con metodo psicanalitico, il volto sordido e violento. Se nella serie tv il disvelamento, per quanto scioccante, sarà intriso di ironia e visionarietà grottesca e surreale, qui la pratica è soprattutto grottesca e volutamente disturbante. Ecco perché questo film è facile da odiare, se si ignorano le sue simbologie e ci si ferma a una superficie ributtante (per quanto visivamente e sonoramente affascinante, ancorché senza mai sfiorare le vette del più recente Mulholland Drive), in cui la tensione non è data dalla suspense dell'intreccio (svelato a metà del film), ma dalla violenza sadica di certe scene. Letta in prospettiva, Velluto blu appare, quindi, come un'opera preparatoria, interessante per le sue simbologie, che hanno concimato il terreno per la più feconda filmografia lynchiana successiva.

http://www.mymovies.it/film/1986/vellutoblu/




TOKYO DECADENCE
https://it.wikipedia.org/wiki/Tokyo_Decadence

tokyo Decadence (トパーズ Topazu?) è un film giapponese diretto da Ryu Murakami nel 1992, tratto dall'omonimo romanzo scritto da Murakami stesso. La regia del seguito, Topaz II, verrà affidata ad Hideaki Anno con il titolo Love & Pop.

Trama
Ai è una ragazza squillo per una agenzia di accompagnatrici di Tokyo. Tramite i suoi occhi, Murakami accompagna lo spettatore in un opprimente labirinto di perdizione cresciuto all'ombra della bubble economy. Uomini d'affari e impiegati frustrati si sfogano nel sesso a pagamento e nel sadomasochismo. La spropositata quanto ansiogena «ricchezza senza dignità» (come la definirà una collega di Ai) accumulata dal Paese, è pronta a rovesciarsi nella rovinosa recessione degli anni novanta.

Schiacciata dal meccanismo di cui è parte e dal disprezzo di sé, Ai cercherà per un'ultima volta di ritrovare l'amore in un celebre artista (Satoh), di cui è ancora innamorata. La protagonista chiederà consiglio ad una fattucchiera che le dirà di portare un anello; ma l'anello che le consiglierà di portare, un topazio rosa (che dà il nome al film nel titolo originale giapponese), non servirà a recuperare il tempo perduto e il suo posto nella società. Infatti all'arrivo a casa di Satoh, con un vestito che sarà simbolicamente macchiato nel tragitto, la troverà vuota.



il portiere di notte

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_portiere_di_notte

"Non illudiamoci che la memoria sia fatta di vaghe ombre. È fatta di occhi, che ti guardano dritto in faccia; e di dita, che ti accusano. »
Il portiere di notte è un film del 1973, diretto e sceneggiato dalla regista italiana Liliana Cavani, che ha come protagonisti Dirk Bogarde e Charlotte Rampling
Nel 1957, anni dopo la seconda guerra mondiale, s'incontrano per puro caso Lucia, un'ebrea sopravvissuta al campo di concentramento e il suo aguzzino Maximilian che, sotto falso nome, lavora come portiere di notte in un albergo di Vienna. Il loro reincontro li fa precipitare in una relazione sadomasochista, con la variante che l'ex-vittima è a conoscenza del passato del suo aguzzino e può fuggire oppure denunciarlo. Per occultarsi, Maximillian lavora ossessivamente per compiacere gli ospiti, specialmente la "contessa" - una confidente che richiede i suoi servigi come procacciatore di giovani che le fanno da partners sessuali.

I processi "prova", per far sparire prove e senso di colpa

Molti degli ospiti dell'albergo sono criminali di guerra, che tengono riunioni segrete nell'hotel per sviluppare strategie atte a far sparire qualsiasi prova che li colleghi ai loro crimini di guerra. Max prepara con questi ex-nazisti la sua posizione per un suo ipotetico imminente processo di guerra condotto dagli Alleati, sviluppando così un finto processo segreto al fine di capire come reagirebbe durante gli interrogatori, per sopprimere ogni residuo senso di colpa e, anche, per ricordarsi ogni possibile dettaglio eventualmente presente negli archivi, che in questo caso doveva essere distrutto, o ricordarsi i nomi di possibili testimoni da intimidire o "eliminare". In questo micro-ambiente dell'albergo, dove si alimenta la nostalgia per il Führer, casualmente arriva per un breve soggiorno una delle poche persone viventi che potrebbe testimoniare contro di loro - la giovane prigioniera del campo di Vienna che nel frattempo ha sposato un americano, direttore d'opera lirica. Durante la prigionia lei era stata violentata da Max, allora ufficiale delle SS, che però è subito ossessionato dalla loro passata relazione torturatoria di vittima e carnefice. I due subiscono reciprocamente un'attrazione incontrollabile che li porta a legare i loro destini nonostante il passato oscuro che entrambi condividono e per il palese, e forse in parte eccitante, pericolo rappresentato dai camerati di Max, Klaus e Hans, che non sembrano cambiati affatto nel loro atteggiamento da nazisti fanatici e assetati di sangue.


Il paesaggio della Vienna del 1957, dalle atmosfere livide e decadenti
Il film Il portiere di notte utilizza per caratterizzarsi anche il paesaggio decadente, dimesso e lievemente funebre di Vienna, come se fosse un personaggio, e la sua fotografia desaturata evoca memorie dell'Olocausto e di un'ombrosa Vienna degli anni cinquanta, piegata dal senso di colpa postumo alla seconda guerra mondiale. In effetti, questo è un film torbido, pieno di ombre e di vergogna, e Max e Lucia sono vittime di questo spaventoso mondo di transizione, non ancora redento, pieno di vecchi e loschi figuri ancora ansiosi di una demenziale rivalsa. Nessuno può essere considerato affidabile e l'amore proibito che i protagonisti si ostinano a vivere sembra condannato a non essere compreso da nessuna delle due parti, vincitori e vinti. Il film mostra non soltanto la continuità politica tra gli ex-nazisti e i politici loro successori nell'Europa "liberata", ma anche la continuità psicologica dei personaggi intrappolati nella ripetizione compulsiva del loro cruento passato. In questo senso, lo scavo nella memoria compiuto dagli ex-nazisti durante i loro incontri all'albergo sembra replicarsi nel loro presente, che per tutti i personaggi del film è il prolungamento grottesco di un tempo finito eppure bloccato in se stesso. Perciò non è chiaro se il finale libera almeno Max e Lucia dalla gabbia del passato.




La frusta e il corpo

La frusta e il corpo è un film del 1963, diretto da Mario Bava (con lo pseudonimo John M. Old).

Trama


La storia narra della morbosa relazione fra il sadico barone Kurt Menliff e sua cognata Nevenka, moglie di Cristiano Menliff, fratello di Kurt. Dopo la morte di Kurt, avvenuta per mano di un ignoto assassino, Nevenka continua a vedere lo spettro dell'uomo che la minaccia e la percuote. Kurt, anche dopo la sua morte, si rivela essere tanto malvagio quanto lo fu in vita. Da sempre, Kurt, aveva maltrattato Nevenka, mantenendo con lei un rapporto di odio-amore sadico. In un crescendo di tensione anche il vecchio padre di Kurt e Cristiano viene assassinato. Nevenka è convinta che Kurt non sia affatto morto e che sia proprio lui l'omicida del padre. In realtà l'assassina è proprio Nevenka: aveva ucciso Kurt per liberarsi definitivamente di quell'insano loro rapporto ma, poi, la sua mente aveva ceduto. Convinta di vedere lo spettro di Kurt (in realtà inesistente) aveva ubbidito agli ordini dello spettro, uccidendo anche il padre dell'uomo. In realtà gli ordini provenivano solo dalla sua fragile mente. Nel finale, Nevenka, nel tentativo di colpire Kurt, che continua ad apparirle nella sua irrealtà, finirà col colpirsi a morte con un pugnale. La donna spirerà fra le braccia di suo marito, il barone Cristiano.



SECRETARY

Secretary è un film del 2002 diretto da Steven Shainberg con Maggie Gyllenhaal e James Spader. È una commedia con elementi di humour nero, basata su un racconto breve tratto dalla raccolta di racconti Bad Behavior di Mary Gaitskill.

Trama
Lee Holloway è appena ritornata a casa da una clinica psichiatrica dopo essere stata ricoverata per autolesionismo. Determinata a volersi guadagnare un posto nella società, impara a battere a macchina e viene assunta come segretaria nello studio dell'avvocato E. Edward Grey. Una particolare sensibilità lega i due, prima professionalmente, poi personalmente.

Nel film vengono affrontati temi come la dominazione, la sottomissione e il BDSM. A questa aspirazione naturale di Lee ad (auto)infliggersi dolore si sostituirà la scoperta di un nuovo mondo. Lee diventerà il ritratto della consapevolezza sessuale, formando, infine, una felice relazione con Mr. Grey.



http://www.filmaboutit.com/it/shop/topic/bdsm-320/?page=2


Cinquanta sfumature di grigio sono anche quelle che separano i giudizi sull'atteso film erotico: c'è chi lo ha apprezzato e chi lo ha trovato troppo "soft", con vari gradi intermedi di apprezzamento. Chi vuole esplorare la materia può consultare questa lista di film su sadomaso, bondage e dominazione, con alcune opere indimenticabili come il nipponico Tokio Decadence e l'arguto Secretary. Rimarchevole è anche il contributo dei grandi autori sull'argomento: Bunuel, Polanski, Fassbinder, Oshima, Cronenberg sono solo alcuni dei registi che hanno voluto raccontare il lato violento e prevaricatorio della sessualità.

2015
Das Zimmermädchen Lynn
Das Zimmermädchen Lynn

-
BDSM
Traduzione non disponibile
2015

Cinquanta sfumature di grigio
Fifty Shades of Grey

5,5
BDSM
Traduzione disponibile

2015
The Duke of Burgundy
The Duke of Burgundy

6,0
BDSM
Traduzione disponibile
2014
De Overgave
De Overgave

-
BDSM
Traduzione non disponibile

2013
Nymphomaniac - Volume 2
Nymphomaniac: Vol. II

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

2013
Kelly + Victor
Kelly + Victor

5,5
BDSM
Traduzione non disponibile

2013
Kink - Sesso Estremo
Kink

6,5
BDSM
Traduzione disponibile

2012
La vera storia di Bettie Page
Bettie Page Reveals All

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

2011
A Dangerous Method
A Dangerous Method

6,0

BDSM
Traduzione disponibile
2011
Little Deaths
Little Deaths

4,3
BDSM
Traduzione disponibile

2010
Vlees
Vlees

5,0
BDSM
Traduzione non disponibile

2010
L.A. Zombie
L.A. Zombie

4,0
BDSM
Traduzione non disponibile

2010
Bibliothèque Pascal
Bibliothèque Pascal

7,0
BDSM
Traduzione non disponibile

2010
Qualcuno bussa alla porta
Someone's Knocking at the Door

4,0
BDSM
Traduzione disponibile

2010
The Killer Inside Me
The Killer Inside Me

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

2009
Les nuits rouges du bourreau de jade
Les nuits rouges du bourreau de jade

5,5
BDSM
Traduzione non disponibile

2009
Kynodontas
Κυνόδοντας

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

2009
Antichrist
Antichrist

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

2008
Loft
Loft

7,3
BDSM
Traduzione non disponibile

2008
Sacro e profano
Filth and Wisdom

5,5
BDSM
Traduzione disponibile

2008
Donkey Punch
Donkey Punch

4,5
BDSM
Traduzione non disponibile

2008
Downloading Nancy
Downloading Nancy

6,0
BDSM
Traduzione non disponibile

2007
Walk All Over Me
Walk All Over Me

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

2005
La scandalosa vita di Bettie Page
The Notorious Bettie Page

6,7
BDSM
Traduzione disponibile

2005
乱歩地獄
乱歩地獄

7,0
BDSM
Traduzione non disponibile

2004
Out for blood - La paura dilaga
Vampires Out For Blood

4,0
BDSM
Traduzione disponibile

2004
Mango Kiss
Mango Kiss

5,0
BDSM
Traduzione non disponibile

2004
Bettie Page: Dark Angel
Bettie Page: Dark Angel

3,5
BDSM
Traduzione non disponibile

2003
August Underground's Mordum
August Underground's Mordum

3,0
BDSM
Traduzione disponibile

2002
Killing me softly - Uccidimi dolcemente
Killing Me Softly

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

2002
Secretary
Secretary

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

2001
La pianista
La Pianiste

6,5
BDSM
Traduzione disponibile

2000
La Captive
La Captive

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

2000
Quills - La penna dello scandalo
Quills

7,5
BDSM
Traduzione disponibile

2000
Sade
Sade

6,5
BDSM
Traduzione disponibile

2000
The Cell
The Cell

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

2000
Sadistic and Masochistic
Sadistic and Masochistic

6,0
BDSM
Traduzione non disponibile

1999
Gekkô no sasayaki
Sasayaki

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

1999
Bugie
Gojitmal

-
BDSM
Traduzione disponibile

1999
Romance
Romance

5,0
BDSM
Traduzione disponibile

1999
8MM - Delitto a luci rosse
8MM

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

1998
The Bondage Master
The Bondage Master

5,5
BDSM
Traduzione non disponibile

1998
L'ultimo capodanno
L'ultimo capodanno

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

1997
Preaching to the Perverted
Preaching to the Perverted

6,0
BDSM
Traduzione non disponibile

1996
Crash
Crash
6,5
BDSM
Traduzione disponibile

1996
Fetishes
Fetishes

6,0
BDSM
Traduzione non disponibile

1994
Exit to Eden
Exit to Eden

4,0
BDSM
Traduzione disponibile

1993
Mit moon cham on: Yit saat
Mit moon cham on: Yit saat

6,0
BDSM
Traduzione non disponibile

1992
Luna di fiele
Bitter Moon

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

1992
Tokio decadence
Topâzu

traduzione disponibile


1990
L'età di Lulù
Las edades de Lulú

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

1990
Singapore sling: O anthropos pou agapise ena ptoma
Singapore sling

6,5
BDSM
Traduzione disponibile

1989
Légami!
¡Átame!

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

1987
Open House
Open House

4,0
BDSM
Traduzione non disponibile

1987
Personal Services
Personal Services

6,5
BDSM
Traduzione non disponibile

1986
La piccola bottega degli orrori
Little Shop of Horrors

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

1986
Velluto blu
Blue Velvet

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

1986
From beyond - Terrore dall'ignoto
From Beyond

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

1985
Verführung: Die grausame Frau
Verführung: Die grausame Frau

5,0
BDSM
Traduzione non disponibile

1984
China Blue
Crimes of Passion

6,5
BDSM
Traduzione disponibile

1984
Gwendoline
Gwendoline

5,0
BDSM
Traduzione disponibile

1983
La donna in fiamme
Die flambierte Frau

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

1983
Videodrome
Videodrome

7,3
BDSM
Traduzione disponibile

1982
Eating Raoul
Eating Raoul

7,0
BDSM
Traduzione non disponibile

1977
La bella e la bestia
La bella e la bestia

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

1977
Amori vizi e depravazioni di Justine
Cruel Passion

4,5
BDSM
Traduzione disponibile

1976
Blood Sucking Freaks
Blood Sucking Freaks

4,5
BDSM
Traduzione non disponibile

1976
Ecco l'impero dei sensi
愛のコリーダ

6,3
BDSM
Traduzione disponibile

1975
The Rocky Horror Picture Show
The Rocky Horror Picture Show

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

1975
Il patto con il diavolo
Lifespan

6,5
BDSM
Traduzione disponibile

1975
Histoire d'O
The Story of O

5,3
BDSM
Traduzione disponibile

1975
Maîtresse
Maîtresse

6,5
BDSM
Traduzione non disponibile

1974
Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto
Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto

6,5
BDSM
Traduzione disponibile

1974
Il portiere di notte
Il portiere di notte

6,5
BDSM
Traduzione disponibile

1972
Le lacrime amare di Petra Von Kant
Die bitteren Tränen der Petra von Kant

7,5
BDSM
Traduzione disponibile

1972
La cagna
Liza

6,5
BDSM
Traduzione disponibile

1971
Improvvisamente, un uomo nella notte
The Nightcomers

6,0
BDSM
Traduzione disponibile

1970
Sadismo
Performance

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

1970
O Ritual dos Sádicos
O Ritual dos Sádicos

6,0
BDSM
Traduzione non disponibile

1969
De Sade
De Sade

4,0
BDSM
Traduzione non disponibile

1969
Justine ovvero le disavventure della virtù
Marquis de Sade: Justine

5,5
BDSM
Traduzione disponibile

1968
The Curse of Her Flesh
The Curse of Her Flesh

5,7
BDSM
Traduzione non disponibile

1968
La prigioniera
La prisonnière

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

1968
Delirium
Necronomicon - Geträumte Sünden

5,5
BDSM
Traduzione disponibile

1967
Bella di giorno
Belle de jour

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

1967
The Image
The Image

-
BDSM
Traduzione non disponibile

1966
Embrione
Taiji Ga Mitsuryô Suru Toki

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

1963
La frusta e il corpo
La frusta e il corpo

7,0
BDSM
Traduzione disponibile

lunedì 8 agosto 2016

Nudo artistico o pornografia?

http://www.clubfotografia.com/nudo-artistico-o-pornografia

Posted by: Antonio Lo Torto

Anche se la fotografia non è antica come altre forme di espressione artistica, nondimeno molte sue forme vengono legittimamente considerate arte. Ciò non significa che tutte le “buone immagini” siano automaticamente artistiche (ma questo, a nostro avviso, vale anche per molti quadri e sculture…). Pertanto non tutte le fotografie si eleveranno alla dignità di seri nudi artistici soltanto perché mostrano donne o uomini privi di abiti.


Basta consultare un qualsiasi vocabolario per rendersi conto che il termine “nudo” può essere infatti sia un aggettivo (che indica la condizione di chi non è coperto da vesti, cioè la nudità), sia un sostantivo (la rappresentazione artistica di un soggetto nudo). Il primo ha sicuramente una connotazione oggettiva, quasi “clinica”, mentre il secondo suggerisce un’interpretazione che attiene al campo dell’arte. Per un fotografo questa è una distinzione fondamentale, infatti possiamo affermare che l’immagine di un corpo nudo diventa un nudo, nel senso artistico, solo quando tale corpo viene messo in posa, illuminato, modellato e descritto non a fini documentativi, clinici o informativi che dir si voglia, bensì per scopi estetici ed interpretativi. Ma non basta.


Esiste un sottile confine tra “bello e brutto”, tra “morale e immorale”. Soprattutto quando si parla di fotografia di nudo. Il fotografo e il pubblico delle sue immagini devono poter stabilire se una data fotografia sia definibile un’opera d’arte o una rappresentazione oscena. Il confine tra i due i campi è quasi impossibile da fissare, sia esteticamente, sia legalmente (Potter Steward, giudice della Suprema Corte di Giustizia USA, ha affermato: “Io non so esattamente cosa sia la pornografia, né so esattemente come descriverla; però quando la vedo, la riconosco!”).


In linea di principio, ritengo che un’immagine sia da definirsi pornografica quando offenda il buon gusto di chi la osserva, non solo per la presenza dell’erotismo, ma soprattutto per quella sensazione di degrado della femminilità in generale e della donna ritratta in particolare che risulta inevitabile da una sua lettura. Quando un’immagine “sfrutti”, piuttosto che esaltare, le qualità erotiche e umane di un soggetto ci troviamo di fronte ad un lampante esempio di fotografia pornografica.


( Fotografie sono di proprietà © Lara Bianchi- workshop Genova 22/5/2016 model Natasha Guarnieri- Master Fabio Berg)


Sebbene la pornografia sia spesso associata alla rappresentazione visiva della figura umana, una fotografia di nudo realizzata con onestà, sensibilità ed integrità è non soltanto una delle forme di espressione artistica più impegnative e difficili da creare, ma arriva a situarsi quasi agli antipodi del concetto di osceno. Un nudo magistrale può rappresentare uno dei massimi doni offerti al soggetto ritratto, un qualcosa che con la pornografia non ha assolutamente nulla a che fare… (continua)




martedì 17 maggio 2016

Dietro la "met art" un mercato di foto proibite

http://www.affaritaliani.it/roma/la-piu-alta-espressione-erotica-di-una-ragazzina-dietro-la-met-art-un-mercato-di-foto-proibite2315.html

di Claudio Roma

"Ciao sono una fotomodella di 27 anni italiana ho molta esperienza in tutti gli stili di fotografie. Il nudo il met-art,pose per pittori ecc.... Sono una ragazza seria felice di sperimentare sempre stili innovativi e originali per il rinnovo portafoglio di fotografi professionisti e per fotoamatori purché persone serie". E' uno dei tanti annunci "civetta" di un mercato sotterraneo sempre più florido e che, dietro l'alibi della met art, nasconde un po' di tutto: prostituzione mascherata e pedofilia; finti fotografi, modelle delle prima ora e veri appassionati che arrivano alla mania. E proprio la pedofilia, insieme alla violenza sui minori, è l'accusa che ha portato in carcere 5 persone tra Genova, Savona, Alessandria, Milano e Brescia. Si tratta perlopiù di fotografi e tra questi c'è anche un nome abbastanza noto nell'ambiente dei fotoamatori romani.
Per spiegare il fenomeno e le "perversioni" affaritaliani.it ha intervistato un fotografo romano, un professionista del settore, che da più di 15 anni lavora con le modelle e che ha al suo attivo centinaia di shooting. Ovvio che chiede l'anonimato.

Allora cosa è la met art?

"Intanto è il nome di una rivista on line nata alla fine degli anni '90. Un must per gli amanti del nudo che ha dato vita a questo genere. Metart sta per "must erotic teeen art" ed è un'arte che ferma con l'obiettivo quella che chiamano "la massima espressione erotica di una ragazza appena maggiorenne". Poi come tutte le cose è degenerata e oggi siamo di fronte ad un mercato che spesso supera l'asticella della legalità".


In che senso?

"Nel senso che per met art certi ambienti intendono la fotografia di parti genitali femminili con gli obiettivi che le sfiorano. La diffusione delle macchine digitali ha trasformato molti maniaci in fotoamatori e anche l'esplosione delle modelle giovanissime ha creato un mercato pazzesco. C'è tanta domanda e tanta offerta e quindi è facile che dietro un fotografo si nasconda un malato e dietro una modella una ragazza che si fa attirare con qualche promessa e si spoglia in cambio di denaro".
Ma quanto può costare uno shooting di met art?
"Intanto diciamo che un fotografo professionista paga solo se una modella merita. E i compensi possono arrivare anche a 200/300 eiuro per un paio di ore. Ma siamo nel mondo della legalità e della professionalità...".


E l'altro mondo?

"Sinceramente uno schifo. C'è gente che cerca ragazzine da fotografare nude; le contatta, offre denaro e poi contratta le prestazioni dopo qualche fotografia. E ci sono ragazzine che per 100 euro si vendono come modelle e si fanno toccare durante i finti servizi. iì è adescamento e prostituzione vera e propria e di fotografia non c'è nulla".


Il mercato italiano?

"Impossibile da "pesare". Nell'ambiente si vocifera di almeno 100 fotoamatori e altrettante ragazzine".
E come distinguere un fotografo vero da uno "fasullo".
"Semplice, i fotografi i loro lavori li pubblicano sui siti, nelle pagine dei social. Gli altri no. Anche perché non potrebbero. E così nasce un mercato sotterraneo".

In che senso?

"Che si scambiano le foto e i recapiti delle modelle. E' un giro a livello europeo, dove la Germania la fa da padrone. Ci sono personaggi che per immortalare parti intime spendono fortune e poi fanno fotoscambio".


lunedì 18 aprile 2016

E un giorno accade.....l'insuccesso del Generale che rimane 'a bocca asciutta'!

Le cose accadono così, senza un perché. Un giorno di primavera; un contatto per e mail. Un invito a un incontro:

‘Ci prendiamo un caffè?’.

Penso, eccone qua un altro di quelli ‘furbi’. Non rispondo; nei giorni seguenti ci penso. In fondo mi scappa da ridere e rispondo:

‘Il caffè mi rende nervosa’ e iniziamo a scriverci.

Una persona particolare; subito penso a un mitomane in vena di manie di grandezza. Esalta la sua persona, il suo lavoro e il suo essere. Indago, lo lascio scrivere e la cosa si fa interessante. Voglio proprio vedere fino a dove si spingerà. Le e mail si ‘infittiscono’ ; solito scambio di fotografie e io mi diverto ancora di più inviando miei scatti frutto della mia esperienza fotografica. Mi piace farmi fotografare e mi definisco una fotomodella amatoriale. Ho bisogno di questo. Adoro sentirmi desiderata e non concedere, per lo meno così, tanto per fare.Sono un vulcano di idee e con me non ci si annoia mai.
Vuole conoscermi. Non è un master ma mi spiega che il Bdsm per lui è un gioco visto che la sua esperienza professionale ha incluso una pesante esperienza militare in zone di guerra. Quello che noi definiamo sado/maso, per lui è qualcosa di altro. Descrive torture alle quali ha assistito ma mai ha fatto in prima persona, per lo meno da quando è diventato ufficiale. Mi spiega che risiede all’estero ma viene in Italia per lavoro e che questo non sarà un problema.



Ci diamo appuntamento in un posto pubblico. Una cena informale in un ristorante nel porto. Arrivo e non lo vedo. Poi eccolo spuntare, uguale a come si era descritto; le foto che mi ha inviato sono vere. Un uomo dall’aspetto professionale, età sulla sessantina. Il ristorante non è quello che mi ero aspettata io. In zona c’è un posto dove cucinano le ostriche. Avevo pensato che una persona del suo livello sarebbe stato attento ai particolari. Iniziamo a parlare per conoscerci . Ci raccontiamo le nostre esperienze rassicurandoci sulla nostra identità. Mangiamo del pesce . La serata è bella anche se fredda. L’ambiente è deprimente. Poca gente agli altri tavoli avendo lui scelto una location defilata. La cena si svolge regolarmente . Parla del suo lavoro e a un certo punto, annoiata, devio il discorso chiedendogli di noi, su quello che pensa possa essere una nostra eventuale relazione. Non ottengo risposte esaurienti. Lo sento sfuggente. Al termine della cena usciamo a fare due passi e decidiamo di andare in un luogo appartato. Atmosfera tranquilla, due divani ad angolo, beviamo qualcosa. Mi guarda mentre parlo. Il suo sguardo è voglioso.
Mi dice: ‘Sei proprio una bella donna. Mi metti voglia’.
Per niente imbarazzata, accetto il complimento. Mi prende la mano chiedendomi il permesso di toccare la mia pelle. Lo lascio fare in fondo una mano si può dare.
Lo vedo imbarazzato. Il posto è tranquillo e silenzioso. Nessuno bada a noi.
‘Potresti venire vicino a me?’ domanda, invitandomi a sedere sul divano vicino a lui.
Accetto e mi abbraccia. ‘E se adesso ti volessi chiedere di venire a letto?’
Eccolo, si svela. Sa quale sia il mio pensiero riguardo al sesso.
Si alza in piedi appoggiandosi al muro. Mi accarezza una guancia e mi gira; la mia schiena contro il suo torace.
Mi tira su i capelli, mi sfiora, mi annusa, mi tocca.
‘Saresti da frustare. Hai dei bei fianchi che fanno supporre una buona resistenza da parte tua. E’ così?’
‘Chissà. Ho abbastanza esperienza per rispondere così’ gli dico cauta.
‘Ti legherò , ti metterò le manette e ti frusterò a culo all’aria . Urlerai. La prossima volta che ci vedremo sarà così’ dice
Lo lascio dire.
Prosegue:’ Dai vieni a casa mia così andiamo a letto. Magari poi, come a volte mi succede, faccio ‘cilecca’. ‘
Continua a parlare e sente un irrigidimento da parte mia.
Torniamo a sederci nei due divani separati. L’ora si fa tardi e lo accomiato.
Ciao, ciao Generale.
Arrivata a casa, ricevo un messaggio. ‘ Sei una vera Signora e sei proprio bona.’


Questo descritto è solo un episodio fra i tanti. Tante persone mi scrivono e mi vorrebbero incontrare. Tutta ‘fuffa’. La serietà è una utopia. Le prese di posizione, un ideale che non c’è. Una realtà diffusa in ogni ambito. Si pensa che un uomo e una donna, schiava e padrone o coppia vanilla
debbano per forza fare sesso. Non sono una puritana e credo che, quello che è il mio essere, donna, femmina e schiava sia un dono da custodire gelosamente. Ho stima di me stessa e non vado con il primo che mi capita. Praticando il Bdsm ancora di più mi si è acuito il senso del significato dell’atto sessuale. Non mi interessa la mera scopata. Non mi interessa sentirmi desiderata per il vezzo del momento. Non mi interessano le parole al vento. Non mi interessano ruoli e termini altisonanti per fare colpo. Quella che sono è il risultato di una crescita interiore maturata con consapevolezza. Se questo vorrà dire restare sola, ben venga. Relazioni effimere e stilare liste di trofei conseguiti non fa parte della mia vita.


Sono separata e il mio ex continua a essere geloso. Il generale, essendo venuto a conoscenza della situazione temeva che lui potesse dargli dei problemi, così aveva invitato anche lui a cena con noi quella sera. Per chiedergli il permesso di scoparmi? E che generale è una persona così che teme un uomo????!!!!!!

Ciao, ciao generale…ti piace in gioco facile. Sei andato in ‘ bianco’!

©Lara Bianchi in data 18 Aprile 2016-Tutti i diritti riservati

La filosofia nel boudoir-Bdsm creuza du male