lunedì 8 agosto 2016

Nudo artistico o pornografia?

http://www.clubfotografia.com/nudo-artistico-o-pornografia

Posted by: Antonio Lo Torto

Anche se la fotografia non è antica come altre forme di espressione artistica, nondimeno molte sue forme vengono legittimamente considerate arte. Ciò non significa che tutte le “buone immagini” siano automaticamente artistiche (ma questo, a nostro avviso, vale anche per molti quadri e sculture…). Pertanto non tutte le fotografie si eleveranno alla dignità di seri nudi artistici soltanto perché mostrano donne o uomini privi di abiti.


Basta consultare un qualsiasi vocabolario per rendersi conto che il termine “nudo” può essere infatti sia un aggettivo (che indica la condizione di chi non è coperto da vesti, cioè la nudità), sia un sostantivo (la rappresentazione artistica di un soggetto nudo). Il primo ha sicuramente una connotazione oggettiva, quasi “clinica”, mentre il secondo suggerisce un’interpretazione che attiene al campo dell’arte. Per un fotografo questa è una distinzione fondamentale, infatti possiamo affermare che l’immagine di un corpo nudo diventa un nudo, nel senso artistico, solo quando tale corpo viene messo in posa, illuminato, modellato e descritto non a fini documentativi, clinici o informativi che dir si voglia, bensì per scopi estetici ed interpretativi. Ma non basta.


Esiste un sottile confine tra “bello e brutto”, tra “morale e immorale”. Soprattutto quando si parla di fotografia di nudo. Il fotografo e il pubblico delle sue immagini devono poter stabilire se una data fotografia sia definibile un’opera d’arte o una rappresentazione oscena. Il confine tra i due i campi è quasi impossibile da fissare, sia esteticamente, sia legalmente (Potter Steward, giudice della Suprema Corte di Giustizia USA, ha affermato: “Io non so esattamente cosa sia la pornografia, né so esattemente come descriverla; però quando la vedo, la riconosco!”).


In linea di principio, ritengo che un’immagine sia da definirsi pornografica quando offenda il buon gusto di chi la osserva, non solo per la presenza dell’erotismo, ma soprattutto per quella sensazione di degrado della femminilità in generale e della donna ritratta in particolare che risulta inevitabile da una sua lettura. Quando un’immagine “sfrutti”, piuttosto che esaltare, le qualità erotiche e umane di un soggetto ci troviamo di fronte ad un lampante esempio di fotografia pornografica.


( Fotografie sono di proprietà © Lara Bianchi- workshop Genova 22/5/2016 model Natasha Guarnieri- Master Fabio Berg)


Sebbene la pornografia sia spesso associata alla rappresentazione visiva della figura umana, una fotografia di nudo realizzata con onestà, sensibilità ed integrità è non soltanto una delle forme di espressione artistica più impegnative e difficili da creare, ma arriva a situarsi quasi agli antipodi del concetto di osceno. Un nudo magistrale può rappresentare uno dei massimi doni offerti al soggetto ritratto, un qualcosa che con la pornografia non ha assolutamente nulla a che fare… (continua)




martedì 17 maggio 2016

Dietro la "met art" un mercato di foto proibite

http://www.affaritaliani.it/roma/la-piu-alta-espressione-erotica-di-una-ragazzina-dietro-la-met-art-un-mercato-di-foto-proibite2315.html

di Claudio Roma

"Ciao sono una fotomodella di 27 anni italiana ho molta esperienza in tutti gli stili di fotografie. Il nudo il met-art,pose per pittori ecc.... Sono una ragazza seria felice di sperimentare sempre stili innovativi e originali per il rinnovo portafoglio di fotografi professionisti e per fotoamatori purché persone serie". E' uno dei tanti annunci "civetta" di un mercato sotterraneo sempre più florido e che, dietro l'alibi della met art, nasconde un po' di tutto: prostituzione mascherata e pedofilia; finti fotografi, modelle delle prima ora e veri appassionati che arrivano alla mania. E proprio la pedofilia, insieme alla violenza sui minori, è l'accusa che ha portato in carcere 5 persone tra Genova, Savona, Alessandria, Milano e Brescia. Si tratta perlopiù di fotografi e tra questi c'è anche un nome abbastanza noto nell'ambiente dei fotoamatori romani.
Per spiegare il fenomeno e le "perversioni" affaritaliani.it ha intervistato un fotografo romano, un professionista del settore, che da più di 15 anni lavora con le modelle e che ha al suo attivo centinaia di shooting. Ovvio che chiede l'anonimato.

Allora cosa è la met art?

"Intanto è il nome di una rivista on line nata alla fine degli anni '90. Un must per gli amanti del nudo che ha dato vita a questo genere. Metart sta per "must erotic teeen art" ed è un'arte che ferma con l'obiettivo quella che chiamano "la massima espressione erotica di una ragazza appena maggiorenne". Poi come tutte le cose è degenerata e oggi siamo di fronte ad un mercato che spesso supera l'asticella della legalità".


In che senso?

"Nel senso che per met art certi ambienti intendono la fotografia di parti genitali femminili con gli obiettivi che le sfiorano. La diffusione delle macchine digitali ha trasformato molti maniaci in fotoamatori e anche l'esplosione delle modelle giovanissime ha creato un mercato pazzesco. C'è tanta domanda e tanta offerta e quindi è facile che dietro un fotografo si nasconda un malato e dietro una modella una ragazza che si fa attirare con qualche promessa e si spoglia in cambio di denaro".
Ma quanto può costare uno shooting di met art?
"Intanto diciamo che un fotografo professionista paga solo se una modella merita. E i compensi possono arrivare anche a 200/300 eiuro per un paio di ore. Ma siamo nel mondo della legalità e della professionalità...".


E l'altro mondo?

"Sinceramente uno schifo. C'è gente che cerca ragazzine da fotografare nude; le contatta, offre denaro e poi contratta le prestazioni dopo qualche fotografia. E ci sono ragazzine che per 100 euro si vendono come modelle e si fanno toccare durante i finti servizi. iì è adescamento e prostituzione vera e propria e di fotografia non c'è nulla".


Il mercato italiano?

"Impossibile da "pesare". Nell'ambiente si vocifera di almeno 100 fotoamatori e altrettante ragazzine".
E come distinguere un fotografo vero da uno "fasullo".
"Semplice, i fotografi i loro lavori li pubblicano sui siti, nelle pagine dei social. Gli altri no. Anche perché non potrebbero. E così nasce un mercato sotterraneo".

In che senso?

"Che si scambiano le foto e i recapiti delle modelle. E' un giro a livello europeo, dove la Germania la fa da padrone. Ci sono personaggi che per immortalare parti intime spendono fortune e poi fanno fotoscambio".


lunedì 18 aprile 2016

E un giorno accade.....l'insuccesso del Generale che rimane 'a bocca asciutta'!

Le cose accadono così, senza un perché. Un giorno di primavera; un contatto per e mail. Un invito a un incontro:

‘Ci prendiamo un caffè?’.

Penso, eccone qua un altro di quelli ‘furbi’. Non rispondo; nei giorni seguenti ci penso. In fondo mi scappa da ridere e rispondo:

‘Il caffè mi rende nervosa’ e iniziamo a scriverci.

Una persona particolare; subito penso a un mitomane in vena di manie di grandezza. Esalta la sua persona, il suo lavoro e il suo essere. Indago, lo lascio scrivere e la cosa si fa interessante. Voglio proprio vedere fino a dove si spingerà. Le e mail si ‘infittiscono’ ; solito scambio di fotografie e io mi diverto ancora di più inviando miei scatti frutto della mia esperienza fotografica. Mi piace farmi fotografare e mi definisco una fotomodella amatoriale. Ho bisogno di questo. Adoro sentirmi desiderata e non concedere, per lo meno così, tanto per fare.Sono un vulcano di idee e con me non ci si annoia mai.
Vuole conoscermi. Non è un master ma mi spiega che il Bdsm per lui è un gioco visto che la sua esperienza professionale ha incluso una pesante esperienza militare in zone di guerra. Quello che noi definiamo sado/maso, per lui è qualcosa di altro. Descrive torture alle quali ha assistito ma mai ha fatto in prima persona, per lo meno da quando è diventato ufficiale. Mi spiega che risiede all’estero ma viene in Italia per lavoro e che questo non sarà un problema.



Ci diamo appuntamento in un posto pubblico. Una cena informale in un ristorante nel porto. Arrivo e non lo vedo. Poi eccolo spuntare, uguale a come si era descritto; le foto che mi ha inviato sono vere. Un uomo dall’aspetto professionale, età sulla sessantina. Il ristorante non è quello che mi ero aspettata io. In zona c’è un posto dove cucinano le ostriche. Avevo pensato che una persona del suo livello sarebbe stato attento ai particolari. Iniziamo a parlare per conoscerci . Ci raccontiamo le nostre esperienze rassicurandoci sulla nostra identità. Mangiamo del pesce . La serata è bella anche se fredda. L’ambiente è deprimente. Poca gente agli altri tavoli avendo lui scelto una location defilata. La cena si svolge regolarmente . Parla del suo lavoro e a un certo punto, annoiata, devio il discorso chiedendogli di noi, su quello che pensa possa essere una nostra eventuale relazione. Non ottengo risposte esaurienti. Lo sento sfuggente. Al termine della cena usciamo a fare due passi e decidiamo di andare in un luogo appartato. Atmosfera tranquilla, due divani ad angolo, beviamo qualcosa. Mi guarda mentre parlo. Il suo sguardo è voglioso.
Mi dice: ‘Sei proprio una bella donna. Mi metti voglia’.
Per niente imbarazzata, accetto il complimento. Mi prende la mano chiedendomi il permesso di toccare la mia pelle. Lo lascio fare in fondo una mano si può dare.
Lo vedo imbarazzato. Il posto è tranquillo e silenzioso. Nessuno bada a noi.
‘Potresti venire vicino a me?’ domanda, invitandomi a sedere sul divano vicino a lui.
Accetto e mi abbraccia. ‘E se adesso ti volessi chiedere di venire a letto?’
Eccolo, si svela. Sa quale sia il mio pensiero riguardo al sesso.
Si alza in piedi appoggiandosi al muro. Mi accarezza una guancia e mi gira; la mia schiena contro il suo torace.
Mi tira su i capelli, mi sfiora, mi annusa, mi tocca.
‘Saresti da frustare. Hai dei bei fianchi che fanno supporre una buona resistenza da parte tua. E’ così?’
‘Chissà. Ho abbastanza esperienza per rispondere così’ gli dico cauta.
‘Ti legherò , ti metterò le manette e ti frusterò a culo all’aria . Urlerai. La prossima volta che ci vedremo sarà così’ dice
Lo lascio dire.
Prosegue:’ Dai vieni a casa mia così andiamo a letto. Magari poi, come a volte mi succede, faccio ‘cilecca’. ‘
Continua a parlare e sente un irrigidimento da parte mia.
Torniamo a sederci nei due divani separati. L’ora si fa tardi e lo accomiato.
Ciao, ciao Generale.
Arrivata a casa, ricevo un messaggio. ‘ Sei una vera Signora e sei proprio bona.’


Questo descritto è solo un episodio fra i tanti. Tante persone mi scrivono e mi vorrebbero incontrare. Tutta ‘fuffa’. La serietà è una utopia. Le prese di posizione, un ideale che non c’è. Una realtà diffusa in ogni ambito. Si pensa che un uomo e una donna, schiava e padrone o coppia vanilla
debbano per forza fare sesso. Non sono una puritana e credo che, quello che è il mio essere, donna, femmina e schiava sia un dono da custodire gelosamente. Ho stima di me stessa e non vado con il primo che mi capita. Praticando il Bdsm ancora di più mi si è acuito il senso del significato dell’atto sessuale. Non mi interessa la mera scopata. Non mi interessa sentirmi desiderata per il vezzo del momento. Non mi interessano le parole al vento. Non mi interessano ruoli e termini altisonanti per fare colpo. Quella che sono è il risultato di una crescita interiore maturata con consapevolezza. Se questo vorrà dire restare sola, ben venga. Relazioni effimere e stilare liste di trofei conseguiti non fa parte della mia vita.


Sono separata e il mio ex continua a essere geloso. Il generale, essendo venuto a conoscenza della situazione temeva che lui potesse dargli dei problemi, così aveva invitato anche lui a cena con noi quella sera. Per chiedergli il permesso di scoparmi? E che generale è una persona così che teme un uomo????!!!!!!

Ciao, ciao generale…ti piace in gioco facile. Sei andato in ‘ bianco’!

©Lara Bianchi in data 18 Aprile 2016-Tutti i diritti riservati

domenica 10 aprile 2016

Breve storia del nudo fotografico.

http://www.mumbleduepunti.it/site/index.php/2011/08/08-2011-breve-storia-del-nudo-fotografico-2/

By emiliano rinaldi on agosto 7, 2011

La rappresentazione del corpo umano nudo è considerata la più prestigiosa espressione della fotografia, ed al tempo stesso è la più controversa per i dibattiti suscitati tra i moralisti, causa la labilità soggettiva del confine tra arte e cattivo gusto. Tentare di analizzare la storia del nudo fotografico significa anche aprire una finestra sull’evoluzione della moralità nella società, passata dallo scandalo nel mostrare una caviglia femminile scoperta all’esibizionismo odierno, dove le forme svestite vengono ostentate attraverso tutti i media, con un bombardamento continuo ed implacabile di richiami sessuali pur mantenendo un profondo moralismo di fondo: si accetta come arte il nudo perfetto, quasi volgare nell’assenza posticcia di imperfezioni e quindi pura invenzione, dove il ritocco digitale regala liscia pelle adolescenziale ad attempate cantanti ed attrici di mezza età, mentre l’istantanea o l’inserimento di corpi nudi in contesti e situazioni legate alla quotidianità viene considerato pruriginoso e crea scalpore.

Agli esordi della fotografia due sole strade si aprivano al nudo: quella pornografica, che notevole diffusione ebbe grazie alle cartoline erotiche stampate in grandi quantità, oppure una funzione di documentazione per pittori. Pagare una modella per lunghe ore di posa era infatti un lusso che solo gli artisti affermati potevano permettersi, ed ecco venire in aiuto la fotografia coi suoi tempi di posa estremamente ridotti.





E’ il pittorialismo, foto che insegue l’arte pittorica, che apre la strada al nudo artistico con ambientazioni ispirate alla mitologia mediterranea, ma si trattò per molti versi di un fallimento, le pose apparivano ridicole ed innaturali una volta fissate dall’apparecchio fotografico. Scandalo destarono i giovani pastori siciliani ritratti nelle foto arcadiche di Wilhelm Von Gloeden (1856-1931), ma una prima violenta scossa al puritanesimo vittoriano la diede nel 1857 Oscar Gustave Rejlander con “Le due vie della vita”, allegoria ottenuta esponendo una trentina di negativi.

Bisogna attendere la fine del XIX secolo affinché venga superato il pittorialismo, grazie all’influenza dell’impressionismo nella rappresentazione del corpo nudo. Astrattismo, collage, solarizzazioni: ogni manipolazione dell’immagine è ora ammessa e benvenuta, ed in questo campo si segnala Man Ray, che trasferisce nella fotografia la propria esperienza di pittore dadaista. Altra corrente di pensiero è quella dell’iperrealismo, che nega le manipolazioni di stampe e negativi, privilegiando la massima chiusura del diaframma per ottenere nitidezza assoluta.

Negli anni ‘30 e ‘40 del XX secolo fu la conoscenza tecnica del mezzo a rivestire sempre maggiore importanza, ma gli insegnamenti del passato continuarono ad influenzare le nuove generazioni di fotografi con commistioni tra pittorialismo, astrattismo e realismo.

Solo nel secondo dopoguerra si avrà una larga diffusione delle immagini di nudo, con le playmates a sostituire le pin-up, mentre con i fermenti sociali e culturali che scossero il mondo negli anni ’60 diviene accettabile che anche attrici famose posino senza veli: celebre il servizio realizzato da Bert Stern nel 1962 con protagonista Marilyn Monroe, che in un certo senso sarà apripista all’invasione odierna di calendari di attricette discinte.


Mille le diverse declinazioni del nudo fotografico: dalle atmosfere surreali create dai primi piani di particolari femminili, distorti dal grandangolo, di Bill Brandt, alle donne androgine e senz’anima di Helmut Newton e quelle oggetto legate e dalla femminilità violata di Araki, dagli uomini di Robert Mapplethorpe ai corpi stilizzati di Shinoyama, passando dai mostri di Witkin fino alla raffinatezza di Jeanloup Sieff.

Per approfondire l’argomento: http://www.mumbleduepunti.it/site/index.php/2012/12/imprimatur-breve-storia-della-fotografia-pornografica/

sabato 25 luglio 2015

Le interviste a uno schiavo e a una schiava al Genova Munch: per punire occorre sapere

Intervista a uno schiavo

1. Presentati
Mi chiamo P. Ho sempre avuto la curiosità di sperimentare ogni nuova pratica o strumento BDSM di cui venivo a conoscenza fino a ritrovarmi anche dall’altra parte della frusta alle prese con schiave da sole o in coppia. Ora sono prevalentemente sub.

2. Come ti sei accorto di essere sub?

Una lettura da adolescente nella quale si narrava di una splendida donna, che frustava per il suo solo piacere un giovanetto legato ad una croce di sant’andrea completamente nudo. Questo è stato il seme, più tardi dovendomi spostare a Milano per l’università mi si è aperto un mondo pieno di nuove esperienze e possibilità di imparare i piaceri della sottomissione da mistress e coppie alle volte improvvisate, a volte pazienti e capaci di addestrarmi gradatamente a questo ruolo.

3. I tuoi amici e colleghi sanno di te?

Per particolari motivi di lavoro e famigliari devo tenere ben separato questo mio aspetto, ma ho molti amici con cui condivido questa passione.

4. quali sono le tue pratiche preferite?


Principalmente quelle fisiche (fruste, canning, pinze e pesi ai capezzoli, dilatazioni e fisting, bondage ai genitali, adoro l’outdoor e l’esibizione ove possibile.

5. quali i limiti?

Più che di limiti parlerei di cose che non accetto tipo i giochi “sporchi” (scat, leccare suole, piedi, pavimenti, sputi ecc) per il resto come già detto mi piace provare e vedere oltre che confine riesco a spingermi. Nel tempo ho superato diversi tabù tipo pissing, aghi, fisting, schiaffi, rapporti bisex con coppie dominanti.

6. E come ti rapporti con l’umiliazione?


Se per umiliazione si intende degradazione, insulti, essere messo in ridicolo, non fa per me. Se invece si tratta di esibizione, collare di cuoio, magari tirato al guinzaglio legato ai testicoli in pubblico in modo discreto, l’ho fatto ed è stato molto stimolante.

7. A livello psicologico come hai accettato questa tua consapevolezza?

Divenuta consapevolezza ho avuto pochi problemi, l’ho accettato come parte fondamentale della mia vita

8.Quante Mistress hai avuto ?

Ho avuto innumerevoli mistress, ma per contare le Mistress che mi hanno avuto sono più che sufficienti le dita di una sola mano.

9. Sei feticista?

No, nel senso che non mi da alcuna sensazione leccare piedi, scarpe, ma l’odore del cuoio mi inebria e non sono indifferente ad un bel corpetto ad una lingerie o un harness in tema.

10. qual è il tuo rapporto con il dolore? Dove finisce il dolore e dove inizia il piacere?

Il dolore è dolore. Per me non finisce e inizia il piacere, viaggiano di pari passo a condizione che si sia con la Persona giusta, nella situazione di perfetta tranquillità e sicurezza, che venga graduato con crescente intensità e al di fuori del mio controllo. Una Mistress con la quale ho fatto un lungo percorso comune, aveva sempre ambito a frustarmi fino a farmi piangere, quando accettai, legato nudo a croce sul letto ho ricevuto oltre trecento colpi di bullwhip su schiena e natiche sublimando il dolore fisico in piacere psicologico.

11. Preferisci la fisicità o la parte psicologica nel bdsm?

Come già detto la fisicità, ma nei giochi all’aperto conta moltissimo anche la parte psicologica

12. Il sesso per te deve essere presente in una relazione bdsm?

Se per sesso si intende eccitazione, si ! Se invece si intende rapporto sessuale dipende dalla sintonia e confidenza, certo poter far godere la propria Mistress è forse l’aspirazione più grande del sub.

13. cosa ne pensi del virtuale?

lo ritengo un mezzo per arrivare al reale e per tenere relazioni con persone troppo lontane, ma sicuramente è un surrogato

14. Ti piace partecipare a feste e/o eventi bdsm?

Si, fa parte della mia attitudine esibizionista

15. Che cosa è l’appartenenza?

Il massimo del rapporto; difficile da trovare la Persona completamente complementare, difficile da praticare e mantenere.



Intervista a una schiava

1.Presentati

Io sono schiava Lara. Mi trovate su facebook. Sempre su questo social network ho una pagina e due gruppi Bdsm .La finalità di questi gruppi è quella di organizzare eventi mensili con lo scopo di condividere la passione per il kinky (Bdsm, fetish...) in Liguria non escludendo la partecipazione anche di altre persone provenienti da altre regioni.

La nostra è una regione chiusa riguardo all'alternativo, e a tutto quello che in qualsiasi contesto ci si trovi ed esca dai canoni della cosiddetta 'normalità'. Riguardo alla 'normalità' bisognerebbe aprire un discorso a parte.Con cadenza mensile verrà organizzato un munch. Da qualche giorno è stato aperto un altro gruppo. Un club per far comprendere il significato di questa pratica ai neofiti e non solo dando informazione anche a coloro che invece esercitano da tempo. Una esigenza nata per raggruppare i praticanti che desiderano chiarezza, serietà e sicurezza. Un club virtuale che in futuro avrà una sede con una struttura amministrativa e organizzativa e uno statuto.
Nel mio blog scrivo racconti, emozioni, scleramenti e dò informazione.

2.Come ti sei accorta di essere schiava?

Era da anni che desideravo essere legata, che immaginavo scene di costrizione e imposizione. Non sapevo però dare un nome a tutto questo. Un giorno parlando con mia figlia che all’epoca studiava alle scuole superiori mi ha parlato dei siti porno riportando un dialogo avuto in classe. Ho così indagato senza mostrare tanto stupore e appena sono riuscita, mi sono collegata a un sito porno sul web. Ho letto bdsm su un link e ci ho cliccato sopra. Mi si è aperto un mondo. Ne ho parlato con lui e abbiamo deciso di provare. Così ho iniziato a collegarmi ai siti, frequentando chat e forum mi sono confrontata con persone che già praticavano. Non è stato facile all’inizio comprendere. L’euforia del momento era tanta, capire, comprendere, fare, sperimentare. Poi piano piano ho cominciato a destreggiarmi. Mi informavo sulle pratiche in un mondo dove non è per niente facile muoversi.

3.I tuoi amici e colleghi sanno di te?

Un’amica e una collega sanno di me ma non si sono stupite più di tanto. La collega è più curiosa e sa degli eventi. Si è informata su cosa facessi e le ho spiegato il significato del bdsm. Ha reagito comunque in maniera positiva , è una persona riservata e con la mentalità aperta con la quale parliamo di un po’ di tutto. Mi è capitato poi di incontrare due colleghi a successivi eventi ma la cosa è stata presa con molta naturalità e non nascondiamo né di essere colleghi né dove lavoriamo rispettando la rispettiva privacy.

4.Quali sono le tue pratiche preferite?

Mi piacciono le costrizioni intendendo con ciò imposizioni date con comandi verbali …mettiti in ginocchio, mani dietro alla schiena, faccia al muro ad es. per dirne una per il tempo che il Dom decide; divieti come il veto ad andare in bagno, ordini su quello che devo indossare per arrivare alle legature. Ultimamente poi abbiamo frequentato un corso base di shibari dopo aver ospitato un performer a un workshop. La cosa ci ha entusiasmato tanto che domenica andremo a frequentare il corso intermedio. Le corde mi danno un senso di sottomissione e di appartenenza totale. Ritrovarsi in balia dell’altra persona che può fare di te quello che vuole. Fiducia assoluta e totale. Mi piace essere bendata perché trovo che l’assenza totale della vista amplifichi i sensi. Non sai cosa lui stia facendo, se è li vicino a te, senti un rumore e cerchi di capire , magari lo schiocchio della frusta ad es.. Una volta lui ha fatto finta di aver invitato altre persone mentre ero legata ed è andato ad aprire la porta e sentivo parlottare. Un senso di panico mi ha assalita e non credendo che potesse fare una cosa simile. Ho incominciato ad agitarmi, a dirgli …no, non voglio…mandalo via…non mi far toccare…ero veramente convinta che li ci fosse qualcun altro. Quando mi stava per assalire il panico lui mi ha levato la benda per dimostrarmi che li c’era solo lui. Mi piacciono le situazioni e i posti particolari. Mi piace la frusta. Essere frustata dopo essere stata legata,magari appesa mi piace molto e parto nel mio mondo. Così lo spanking, la cinghia, la cera, il fisting

5.Quali i limiti?

Non mi piacciono le cose sporche, lo scatting, il sangue, poco il pissing. Sono fissata sull’igiene e tutto deve essere pulito e sterilizzato.

6.E come ti rapporti con l’umiliazione?

In linea di massima io non mi sento mai umiliata. Mi piace mostrarmi, dicono che sia esibizionista. Io dico che sono me stessa. Se io sto bene in quel momento con quella persona in quella data situazione faccio quello che mi viene richiesto.

7.A livello psicologico come hai accettato questa tua consapevolezza?

Questo mio modo di essere faceva già parte di me solo che era latente. Abituata come la maggior parte delle persone a una educazione rigida e convenzionale ho sempre seguito le regole della società. Con il trascorrere del tempo si cambia modo di vivere e di pensare. Si diventa, almeno nel mio caso, più menefreghisti di quello che pensa la gente. Ora mi sento più libera dalle imposizioni della società..devi fare così…ti devi comportare in questa maniera….sempre nel limite del lecito chiaramente. Vivo quello che sono, esprimo il mio essere e il mio sentire.

8.Quanti Dom hai avuto ?

Uno. Ci sono stati momenti di condivisione per quanto riguarda la fustigazione e la cera con altri master amici ma sempre sotto la sua diretta supervisione

8.Sei feticista?

In un certo senso si. Mi piace l’odore della pelle, del cuoio. Mi piace sentirne la morbidezza al tatto. Sono molto animalesca in questo. Adoro i corsetti e i tacchi alti. Amo molto il gothic. Trovo che tale abbigliamento abbia qualcosa di retrò, di misterioso. Mi porta ad ambienti enigmatici e particolari

9.Qual è il tuo rapporto con il dolore? Dove finisce il dolore e dove inizia il piacere?

Direi che la mia resistenza al dolore è buona. Chiaramente il dolore non deve raggiungere l’apice immediatamente ; raramente è capitato per punizione e allora non gestivo più nulla perché la mia mente si era persa. Diversamente se pian piano mi si porta a buoni livelli, riesco a gestire il dolore provando piacere e allora arriva l’estasi. Riesco a gestirlo in questo caso, annullandolo

10.Preferisci la fisicità o la parte psicologica nel bdsm?

Non scinderei le due cose; secondo me sono strettamente interconnesse. Prima c’è la parte psicologica, arrivare in un luogo, l’ordine di spogliarti, l’imbarazzo se questo capita
davanti ad altre persone, lui che ti guarda e tu che vorresti scomparire, assumere pose oscene, essere costretta per poi arrivare alla fisicità. Tutto fatto per lui, perché sai che così lui proverà piacere nel vedere come ubbidisci, arrossisci, ti muovi godendo del tuo imbarazzo. Ma infine anche tu sei contenta e provi il suo stesso piacere

11.Il sesso per te deve essere presente in una relazione bdsm?

Questo è un argomento molto dibattuto. Se mi chiedi se la finalità del bdsm è il sesso ti rispondo di no.Con questo non escludo niente ma quando conosci una persona che ti dice che per lui il bdsm è sesso mi arrabbio. Poi dipende da come uno pensa e vive il sesso. Io lo vedo come mero atto sessuale finalizzato al divertimento. Nell’ambito bdsm ci può anche essere l’atto sessuale. A volte quando raggiungo alti livelli di eccitazione sono io stessa a chiederlo e magari lui a negarlo. Ci si può soddisfare diversamente

12.Cosa ne pensi del virtuale?

Il virtuale va bene per conoscere le persone ad un primo approccio. Di certo la relazione vera con l’altro non è quella. Chiaro non puoi conoscere tutte le persone con le quali entri in contatto. Passeresti la vita a conoscere la gente, ci manca il tempo. A me piace la relazione verbale, guardare la persona, vedere la reazione, guardare negli occhi, annusare l’altro. La cam proprio non la sopporto , trovo che sia una cosa stupida, tipo ubbidire a ordini, spogliarsi o cose simili. Mi è stata chiesta

13.Ti piace partecipare a feste e/o eventi bdsm?

Certo anche se ora mi piace di più organizzarli. Ne ho frequentati anche in altre regioni e mi sono serviti ad aprirmi la mente, a confrontarmi, a scoprire questo mondo. Ho conosciuto tante persone, visto parecchie cose, alcune positive, altre negative

14.Che cosa è l’appartenenza?

Essere schiava significa appartenere. E’ un bisogno di appartenenza non a tutte le persone ma a quella persona che si prenderà cura di te, che ti guiderà prendendoti per mano in ogni momento della tua vita. E’ il Padrone non un Padrone, una guida alla quale ti fidi e affidi incondizionatamente e totalmente te stessa anima e corpo. E’ un rapporto duale, tu e lui e nessun altro , un rapporto che va oltre l’amore perché è annullamento completo.
Un modo di vivere con tutte le dinamiche che si attivano, psicologiche e fisiche, il desiderio di compiacerlo in tutte le sue richieste, accettare le sue decisioni, cessione di potere in maniera consenziente, fiducia totale per resistere alle prove alle quali lui deciderà di sottoporti

Pubblicato in data 25/7/2015 da Lara Bianchi-copyright tutti i diritti riservati







mercoledì 6 maggio 2015

MANUALE SULLA SISSIFICAZIONE

http://sissymaid.forumcommunity.net/?t=57274204

MANUALE
Per padrone reale e perverso - di Master Magic

Prefazione

Questo manuale è il frutto della mia lunga esperienza personale.
Lo aggiorno con una certa regolarità e mi scuso per le imprecisioni editoriali.
Spero di ricevere consigli per ulteriori miglioramenti.
I concetti chiave del manuale sono abbastanza innovativi nel settore e sono: l’astinenza forzata ed eccitata, i sistemi tecnici e reversibili di limitazione delle erezioni maschili, la desessificazione forzata da mistress, le punizioni e le umiliazioni come sistemi organici di addestramento.
Manca la parte relativa al trucco, alla postura, alla vestizione ma so anche che su internet esistono moltissime risorse in tal senso.
Il manuale si sviluppa in cinque parti o libri:
1) la sissificazione
2) il sesso per la sissy
3) l’astinenza
4) umiliazioni, punizioni e torture
5) sissies esperte
Nel manuale ho cercato di riportare tutte le cose che mi sono note sulle sissies, alcune particolarmente forti e sicuramente non per tutti. Ma non ho voluto tralasciare nulla perché ciò che può risultare schifoso a me o ad altri, potrebbe interessare e piacere a una piccola minoranza che comunque è giusto trovi ciò che le provoca piacere. Spero che nessuno, leggendo alcune pratiche particolarmente dure, si offenda.
Lo dedico a tutte le sissies e a chi le ama.
Master Magic


Libro I: La sissificazione

1. Scopo e durata della sissificazione
Lo scopo della sissificazione è quello di ottenere, da un maschio portato a tale percorso, una sissy completa. In alcuni casi tale tecnica, perché di tecnica o di insiemi di tecniche, può essere utilizzata anche su maschi non desiderosi di diventare delle brave sissies ma che, in virtù di specifici accordi personali con un dominante, per esempio in virtù di un accordo libero di schiavitù, accettino di seguire questo percorso. Tuttavia si tratta di casi isolati, spesso di casi in cui il dominante è la compagna e sono casi che saranno trattati separatamente. La durata del percorso di addestramento è stata per motivi didattici racchiusa in tre anni ma evidentemente saranno le attitudini personali nonché l’esperienza pregressa a determinare, caso per caso, il tempo realmente necessario. Inoltre l’addestramento di una sissy è teoricamente infinito perché mai essa finisce di migliorare, anche in funzione dei vari dominanti che avrà occasione, nella veste di sissy, di incontrare.
La sissy, tecnicamente, è un maschio femminilizzato -o meglio sissificato- con tre funzioni specifiche che devono convivere armoniosamente nella stessa persona: serva, schiava e troia del dominante. Esistono maschi schiavi, maschi che fanno sesso con altri maschi e che pertanto potrebbero essere definiti troie, maschi che in qualità di schiavi fanno i servi di dominanti. In questi casi non avremmo naturalmente a che fare con sissies ma con gay, con gay schiavi o con schiavi di dominanti femmine. Ma non con sissies. La sissy è le tre cose (schiava, serva e troia) contemporaneamente e in ogni momento. Anche questo è un elemento discriminante: mentre lo schiavo maschio assume questo ruolo soltanto in sessione o a letto, la sissy è sissy sempre anche se durante la propria vita extra sessione maschera tale stato. Mentre la schiavitù è un ruolo, l’essere sissy è uno stato.


2. La sissificazione con mistress e con master
L’addestramento a sissy dovrebbe essere svolto sotto il governo di un dominante, sia esso master o mistress, anche se nei due casi le tecniche, i tempi, le finalità possono avere alcune differenze. La sissy completa tuttavia, deve essere in grado di servire sia master che mistress e non si ammettono sissies solo di mistress, perché questo implicherebbe una loro residua e pericolosamente eccessiva dose di mascolinità. Pertanto anche nel caso in cui l’addestratore iniziale sia una mistress, l’aspirante sissy deve avere esperienze con master (l’unica eccezione ammissibile è un insegnante mistress e esperienze da cuckhold). In quanto e per quanto la sissy è femminilizzata, la sua sessualità gravita attorno all’idea del cazzo e quindi del maschio dominante. La dominazione femminile è uno strumento importante per portare il maschio a questo stadio ma non può mai prescindere dal dare il cazzo alla sissy, cazzo vero e non suoi sostituti tecnologici quali vibratori, dildi o plugs. Ecco perché se la dominante è femmina, la sissy deve diventare o cuckhold e in questo caso vivere il cazzo della sua padrona desiderarlo o direttamente essere sottomessa anche lei al cazzo dell’amante della sua padrona ovvero essere comunque avviata alla sua situazione di troia di maschio, di serva di maschio, serva anche sessualmente, di schiava sessuale del maschio. Un’alternativa applicata da qualche mistress di sissies è quella di affiancare una trans all’addestramento stesso, in modo da fornire cazzi veri all’aspirante sissy. In ogni caso, ripetiamo, il cazzo non può mancare all’educazione della sissy. Vediamo nel dettaglio le differenze fra i vari addestramenti.


2.1 l’addestramento da mistress
La mistress insegna le tecniche principali alla sissy, la fa sua schiava e serva, la usa per raggiungere l’orgasmo sessuale. Una parte fondamentale della sua educazione è l’intervento del maschio alfa esterno, che può essere l’amante della sua mistress, un trans preso in affitto o un maschio scelto dalla mistress cui la sissy viene inviata per le sue esperienze da troia. Essere presentata dalla propria padrona a un maschio alfa vestita e truccata da femmina troia, ovvero da sissy, è una delle esperienze più formative per una sissy. Anche spogliarsi nuda, scoprire i genitali, magari legati alla cordicella o ad altro strumento che blocca e impedisce l’erezione, rappresenta per la sissy un’esperienza unica. Essere ceduta come una puttana a un maschio che non si conosce rappresenta infine una strada ottima di educazione al proprio stato, oltre che, come si diceva sopra, al proprio ruolo in sessione. Rispetto al master, l ami stress ha queste due armi in più terribili per addestrare una sissy. Il difetto dell’educazione a sissy da parte di una mistress, è che residuano nella sissy elementi di mascolinità: soltanto un’adeguata desessificazione può far superare tale ostacolo. Questa è la principale differenza fra l’educazione da mistress e quella da master. Se il master infatti punta tantissimo sull’astinenza eccitata della sissy, la mistress punta invece sulla sua desessificazione. Tecnicamente si tratta di due strade molto differenti. La prima, l’astinenza forzata, consiste infatti nel mantenere la sissy in stato di astinenza sessuale, privarla degli orgasmi maschili e persino dell’erezione maschile e di mantenerla nel frattempo sessualmente eccitata. Questo provoca il reindirizzamento delle pulsioni sessuali da maschio alfa a femmina, con calo del desiderio di conquista e di penetrazione e aumento vertiginoso di desiderio di essere conquistata e penetrata. La sissy così addestrata è eccitatissima e contemporaneamente privata dello strumento meccanico, il proprio cazzo eretto, per soddisfare tale desiderio che resta inalterato nella quantità ma pervertito nella qualità e reindirizzato verso il desiderio del cazzo. La seconda, la desessificazione, consiste invece nelle ripetuta mungitura o anche semplice masturbazione forzata della sissy fino a farle perdere ogni residuale desiderio sessuale maschile nel mentre restano attivate le tecniche di femminilizzazione, cosicché la sissy impara il proprio ruolo in uno stato di mancanza di desiderio attivo, aperta all’uso qualsiasi da parte della padrona ma senza residua volontà di potenza maschile. La sissy così educata ha piacere di essere smunta di desiderio maschile ed acquista, nella sua carenza, quella voglia di diventare simile alla sua padrona che la porterà ad imitarne la femminilità. Come vedremo la vera sissy dovrebbe conoscere entrambe le tecniche ed averle sperimentate entrambe su se stessa, ma nell’ordine seguente: prima l’astinenza forzata con maschio e dopo la desessificazione con mistress. Non sempre questo percorso è praticamente fattibile e questo può causare ritardi educativi. Evidentemente la sissy educata da mistress conosce molto bene il piacere sessuale femminile perché è costretta a soddisfarlo. In egual misura conosce meglio il corpo femminile e questo la aiuta nell’imitarne le fattezze. Sa cosa fa impazzire una femmina meglio di sissies educate da maschi. Conosce di più il sapore degli umori femminili e la più sottile perversione femminile, meno il salato sapore del cazzo e le più rozze maniere dei master. Ecco perché l’educazione da mistress è importantissima ma non può restare priva dell’educazione da master e anzi da questa dovrebbe essere preceduta.


2.2 l’addestramento da master
È l’addestramento più comune per le sissies e in genere il primo passo verso la meta agognata dalle aspiranti sissies. Il master di sissies deve avere esperienza sia con femmine schiave che con schiavi che con trans e conoscere bene il mondo delle perversioni sessuali per poter addestrare bene una sissy. Una mistress, al contrario, basta che sia una perversa e saprà come addestrare una sissy. Il master metterà subito, sin da prima del primo incontro,la sissy di fronte al problema di dover gestire il proprio rapporto con un cazzo dominante da soddisfare. Mettersi in bocca il cazzo del padrone è un’esperienza unica ed insostituibile per una sissy. Stare in ginocchio, nuda ed indifesa con il cazzo del padrone fra le guance e sentirselo giù in gola quasi a soffocarla, in attesa che questo gli schizzi in bocca il suo sperma caldo e denso, è una delle tipiche situazioni da sissy. Bene , nell’addestramento con master è una situazione in cui l’aspirante sissy si trova sin quasi dall’inizio della sua scelta. Molto più difficile, per un addestramento da master, è gestire la mezz’ora seguente l’orgasmo della sissy. Priva della spinta ormonale sessuale, la sissy si trova in quegli istanti, molto fragile e potrebbe, se lasciata in governata, rinunciare, anche per sempre, al suo precedente sogno di sissificazione. Ecco perché nelle prime dieci sessioni, la sissy in addestramento da master non deve avere orgasmi. Successivamente, quando ha imparato il suo stato, e non solo il proprio ruolo, sopporterà benissimo tale stressante situazione nella quale il master potrà metterla anche volontariamente. Questo significa mungere la sissy a inizio sessione, in modo da fargliela vivere senza la spinta sostenitrice dell’eccitazione sessuale. Questo è molto formativo ma, ripetiamo, potrà avvenire solo in fasi molto avanzate di addestramento. In genere il master presenta la sua sissy ad amici o conoscenti e questo la mette “abbastanza” in ansia ma mai come quando la presenta a una sua amica. Questa esperienza non va fatta in sessione ma fuori sessione, in un ristorante, un locale pubblico nel quale la sissy non potrà fuggire, trattenuta dalle convenzioni e dall’educazione. Dire a un’amica, presente la sissy, magari mascherata e non vestita e truccata da sissy, che l’amico presente è una sissy, è un’esperienza sconvolgente per la sissy stessa che precipita dallo stato di uomo davanti a una donna a quella di una troia, serva e schiava omosessuale, amante del cazzo, davanti a una donna, molto più femminile di lei. Si sentirà insomma frocia, impotente, troia e inadeguata anche in quel ruolo: lo stato perfetto di sissy. Ovviamente l’affiatamento con il master e il desiderio del suo cazzo deve essere molto forte in questa fase. Un guaio anticiparla eccessivamente solo per punire la sissy o anticipare i tempi.


2.3 l’addestramento cuckhold
in questo caso, che ricade nel paragrafo addestramento da mistress, la sissy ha, in più rispetto al caso base, l’esperienza di essere un oggetto sessuale secondario rispetto al cazzo dell’amante, cazzo che lei invidia e non ha ma che può provare e soddisfare. L’umiliazione è sempre cocente, soprattutto se la mistress è la reale compagna di vita della sissy e soprattutto se la mistress è così perversa e brava di non dirle quasi nulla dei suoi amanti ma di fargli capire cosa fa con loro. Può così portarla a un livello di eccitazione e gelosia inaudito e così portarla a un livello di sissificazione molto spinto in poco tempo. Occorre tuttavia governare tale eccesso di eccitazione che potrebbe sfociare in aperta ribellione ed anche in atti violenti castrandone subito ogni tentativo. Il modo per farlo è portarle l’amante a casa, chiuderla nel cesso mentre la mistress si scopa l’amante e farla rientrare a leccare lo sperma dell’amante. In questo modo la sua umiliazione-eccitazione sarà in equilibrio e riacquisterà velocemente lo stato di sissy impotente e femminile, succube e passiva. Successivamente, nelle sessioni successive, la mistress potrà anche far preparare sessualmente l’amante dalla bocca della sissy o farla scopare dal suo amante. Molto significative restano le occasioni di incontro in locali pubblici in cui l’amante fa avances alla mistress e la sissy subisce la scena passivamente sapendo che alla fine dovrà leccare lo sperma dell’amante e ingoiarlo. Ingoiare lo sperma di un rivale in amore è un atto di umiliazione definitiva per una sissy. Che va eseguito spesso e ripetutamente in caso si osservino comportamenti di minacciata o nascosta ribellione. Meglio chiarire subito come finisce.


3. La sissificazione personale (o autoaddestramento)
È un metodo molto diffuso ma poco efficace. La mancanza del cazzo, del dominante, si fa sentire. Tuttavia può avere un senso in alcune situazioni pratiche almeno come preparazione all’addestramento vero. In questo modo la sissy potrà imparare a depilarsi, a truccarsi, a muoversi come una donna. Potrà anche, andando da gay o trans, provare la sensazione del cazzo in bocca o in vagina ma le mancherà comunque la presenza di un dominante. Difficilmente mistress a pagamento o trans a pagamento riescono ad addestrare una sissy a causa del poco tempo che le dedicano. Può servire a partire ma non a sissificarsi veramente. Diverso il caso in cui la sissy sia in uno stadio di addestramento avanzato e utilizzi l’autoaddestramento come tecnica di esercitazione continua- questa pratica è assolutamente consigliata, anche se va eseguita dietro accordo con il dominante.

4. La sissificazione e l’età
L’età ideale di una sissy è quella in cui l’equilibrio ormonale fra testosterone e ormoni femminili è ben bilanciato verso questi ultimi. Quindi un’età non troppo giovanile. Questo permette di controllare meglio le erezioni e la voglia di dominare, tipiche del maschio e dovute al’influenza e predominanza di ormoni maschili. L’età porta tali ormoni ad abbassarsi. L’età ideale di un dominante di sissy è un’età o molto superiore o molto inferiore a quella della sissy per evitare paragoni e instaurare complessi di concorrenza e per avviare una continua sensazione di vergogna. Per un uomo femminilizzarsi verso un uomo più giovane è estremamente imbarazzante e così anche farlo davanti a una persona dello stesso sesso molto più anziana. La sissy non può rifiutarsi di fare sesso o servire come sissy una persona perché troppo anziana o troppo giovane (tranne gli ovvi casi di minore età che sono vietati dalle leggi) e anzi l’addestramento deve porla in condizioni di trovarsi in questi due casi.


5. Tecniche principali di sissificazione
Abbiamo già accennato all’astinenza forzata ed eccitata e alla desessificazione. La prima è la tecnica base di sissificazione, la prima da cui si parte. La sissy viene messa in condizioni di non poter avere orgasmi sessuali maschili attraverso cordicella o altro idoneo strumento di castità e contemporaneamente la si fa eccitare allo spasimo con scene di sesso perverso diretto o con la visione di foto e filmati di sissy o comunque di perversione sessuale spinta.


5.1 La cordicella consiste in una fettuccia di stoffa non tagliente di
circa trenta centimetri, che viene annodata con un primo nodino, al clitoride della sissy, in punta, facendo bene attenzione a prendere solo la pelle. Il clitoride che non deve essere in erezione. Quindi si attorciglia la cordicella sul pene risalendo verso la base facendo sempre attenzione a prendere solo la pelle. In questo modo il clitoride rientra all’interno e alla fine si chiude con un altro paio di nodi la cordicella. In questo modo il pene non può avere erezioni sessuali. Sembra banale ma funziona e ha effetti incredibili anche a livello fisico di sissificazione. Possibilmente il pube e il clitoride e le ovaie devono essere perfettamente depilati. Una vota applicata la cordicella, si mette in stato di eccitazione forzata e parossistica la sissy per almeno due ore. Alla fine si toglie la cordicella e si osserva la perdita di umori (prespermatici) abbondanti con forte sensazione di orgasmo “strano” senza schizzi da contrazione muscolare, un orgasmo lento, femminile, piacevole e che soprattutto lascia l’eccitazione togliendo ulteriore possibilità, o limitandola molto, di erezione. La visione del clitoride impedito all’erezione, magari con fettuccia di raso rosa, è un elemento di forte suggestione sissificante per la stessa sissy. Ecco perché lo stato di depilazione genitale è praticamente obbligatorio sin dalle prime fasi. Il secondo passo è mantenere la cordicella ed eccitarsi per almeno una settimana, e poi praticare, tolta la cordicella, l’automungitura o, in caso di addestramento da dominante, la mungitura classica mediante massaggio prostatico vaginale lento. In questo caso la perdita di umori è extra abbondante e la sensazione di piacere orgasmico fortissima anche se di tipo diverso da quella maschile, un orgasmo lento, continuo e non improvviso, non gestito da muscolatura pelvica ma dall’interno e soprattutto una lenta colata di umori. Dopo l’atto l’eccitazione sessuale si mantiene praticamente intatta e anzi maggiorata mentre la possibilità di avere erezioni diminuisce in proporzione all’età della sissy. Questo le provoca un fortissimo stato di impotenza sessuale, di privazione della parte maschile pur sentendosi eccitatissima sessualmente: è la condizione ideale per proseguire l’insegnamento. La ripetizione di queste fasi (astinenza, eccitazione, mungitura settimanale, addestramento) è la precondizione per il successo iniziale del processo addestrativo. Ciascuna aspirante sissy dovrebbe praticare, da sola o con un dominante, tale percorso iniziale. Come elementi di eccitazione, se non è disponibile una mistress una trans o anche un master, vanno bene foto e filmati da siti internet. Preferibili ovviamente quelli di sissies, ma anche siti di SM su femmine biologiche non sono da scartare in quanto nella sissy scatta l’auto identificazione nel soggetto passivo e sub. È questo il periodo di insegnare alla sissy pratiche che difficilmente seguirebbe senza adeguata eccitazione-astinenza-senso di passività sessuale, le pratiche cioè più “difficili” a seconda della personalità di ciascuna sissy. Per esempio il pissing, lo shitting, i clisteri, le uscite “en femme”, le umiliazioni pubbliche, le penetrazioni in luoghi aperti, le foto e i filmati, la tortura leggera, il “cane”, la cera, le mollette di ottone, l’elettricità. Ma dipende molto dal percorso individuale di addestramento che spetta soltanto al dominante decidere. Certamente, lo ripetiamo, questa è la fase più propizia per superare molte inibizioni “maschili”. Anche il primo approccio fisico e reale con il cazzo dominante, il primo sesso orale, il primo sperma in bocca, l’ingoio, sono pratiche che in questa fase risultano molto più facili da essere accettate. E una volta accettate restano nel bagaglio personale e non sarà difficile la loro ripetizione anche in forme didatticamente più analitiche.


6. La sissificazione e la medicina ormonale e chirurgica
Si tratta di aspetti esasperati della sissificazione. In questo libro li citiamo ma non ce ne occuperemo, essendo l’oggetto di questo corso la sissificazione tecnicamente reversibile. L’uso di pratiche chirurgiche di asportazione del clitoride e di ricostruzione vaginale, l’assunzione di ormoni per alterare l’equilibrio sessuale endocrino della sissy, che portano a modificazioni irreversibili nel primo caso e difficilmente reversibili nel secondo, non fanno invece parte di questo corso. Non possiamo tuttavia dimenticare che esistono percorsi di sissificazione che prevedono sin dall’inizio o conducono nel tempo a tali pratiche.


7. La sissificazione permanente e la sissificazione temporanea
La sissificazione di cui al paragrafo precedente, ottenuta per chirurgia e/o per trattamento ormonale, è detta irreversibile. La sissificazione reversibile si divide in ulteriori due tipologie: la sissificazione permanente e la sissificazione temporanea. Entrambe sono tecnicamente reversibili, ovvero la sissy può in questi casi decidere di tornare allo stato maschile (anche se le resterà sempre qualcosa dell’esperienza avuta) ma si distinguono per l’atteggiamento mentale della sissy stessa nei confronti del proprio stato. La sissy permanente vive sempre da sissy, anche se a tratti e per ragioni sociali o familiari, può assumere comportamenti ed aspetto tipicamente maschili. La sissy temporanea invece assume tale stato soltanto durante le sessioni mentre al di fuori di essa torna allo stato maschile. In genere il percorso di sissificazione completo parte da quest’ultima situazione (temporanea) per arrivare alla situazione permanente ma ci sono sissy complete che preferiscono avere, per motivi familiari o sociali, lo stato di sissy temporanea. Non ci sono tecniche differenti ma soltanto una decisione intima della aspirante sissy. A volte la convivenza con una femmina biologica costringe l’aspirante sissy alla condizione di sissy temporanea anche se è possibile, ma molto più difficile, vivere una vita coniugale maschile anche nello stato di sissy permanente. Non è invece possibile, per evidenti ragioni, avere una vita coniugale maschile nel caso di sissificazione irreversibile (trattamenti chirurgici o ormonali). In questo capitolo ci occuperemo dei rapporti della sissy con la propria compagna nel caso ella viva o conviva la notte con questa. Tale situazione può avere molteplici sotto situazioni. Si potrà avere una compagna consapevole, ovvero a conoscenza del percorso di sissificazione, e in questo caso si potranno avere tre situazioni: la compagna accetta e guida il processo (compagna - mistress), la compagna accetta senza interferire nel processo, esigendo tuttavia alcune contropartite come l’attività sessuale maschile della sissy (compagna – indifferente), la compagna non accetta tale situazione e la rende impraticabile ovvero rompe la relazione. Tutti questi casi, tranne quello che impedisce la sissificazione, portano a stati di sissificazione permanente. Si potrà avere una compagna non consapevole, che ignora tale situazione. In questo caso, che è il più frequente, la sissy tiene nascosto alla compagna il proprio stato e questo le costa il dover mantenere rapporti sessuali maschili con lei. Questa cosa è fattibile e va attentamente studiata. È il caso più frequente di sissificazione temporanea. Come fa la sissy temporanea di compagna inconsapevole a seguire il proprio percorso addestrativo e insieme avere una vita maschile coniugale con la propria compagna? Si può fare ad alcune condizioni ed anzi può far parte del percorso addestrativo. Ma richiede sensibilità ed intelligenza all’aspirante sissy e forza di carattere alla sissy completa. La sissy dovrà sentirsi sissy della propria compagna, e quindi sua serva e sua schiava oltre che sua troia personale, senza che la compagna avverta il suo stato femminile. La sissy ubbidirà sempre alla propria compagna, qualunque sia l’ordine datole , sarà sempre dolce ed accondiscendente con lei e si dovrà forzare molto in questo senso, avendo sempre chiaro nella sua testa che la compagna non è più una compagna dai pari diritti ma è diventata la sua padrona. A letto aumenterà di molto le pratiche preparatorie al sesso, leccandola dappertutto, portandola all’eccitazione o all’orgasmo con la bocca, succhiandole vagina e ano, ubbidendo ad ogni suo ordine. Quindi, quando si tratterà di penetrarla, lo farà avendo chiaro in mente che sta ubbidendo alla sua padrona ed eseguendo quindi un dovere sessuale di schiava. È facile che una compagna avverta il cambiamento ed assuma di conseguenza, in maniera lenta, graduale e naturale, un ruolo di dominante – indotta e se ciò avverrà anche in ambito sessuale, questa situazione può sfociare, in un trenta per cento di casi, in una dominazione aperta e in tal caso si ricadrà nella situazione di compagna – mistress e quindi la sissy passerà ad uno stato di sissificazione permanente. Se ciò non avverrà, la sissy potrà vivere questo suo stato senza grandi complicazioni. Quando la padrona compagna è assente, per esempio, lei leccherà i suoi indumenti intimi sporchi, odorerà e leccherà il water nel quale la compagna ha fatto i suoi bisogni, per accrescere a sensazione di appartenenza come sissy a lei, anche se lei ignora tale stato di cose. Sono rari i casi in cui la compagna non gradisca questa situazione ed allora si tornerà alla scelta: interruzione del percorso addestrativo o rottura della relazione. Esistono poi anche casi particolari in cui la sissy manifesta anticipatamente tale suo stato alla sua compagna e se questa accetta si ritroverà automaticamente una compagna – mistress.


8. La sissificazione e la schiavitù

Come abbiamo più volte ripetuto, la sissy è definita serva, schiava e troia del suo dominante. Il suo stato di schiava è pertanto insito nel suo stato di sissy. Ma cosa significa essere serva e cosa significa essere schiava?n quali sono le differenze fra i due termini e i due stati? Lo vedremo in questo capitolo cruciale del libro. La servitù è una sotto – schiavitù. Non si può essere vere serve senza sentirsi pienamente schiave né si può essere davvero schiave senza esercitare la servitù. Tecnicamente le due cose si distinguono perché lo stato di serva implica una maggiore attenzione all’aspetto sessuale nei confronti del dominante, la serva deve essenzialmente ubbidire (ma lo fa anche la schiava) e tenere eccitato sessualmente il dominante. La schiava invece subisce umiliazioni e punizioni anche non direttamente legate all’eccitazione del dominante. Da schiava si ubbidisce e basta, da serve ci si deve sforzare di eccitare il dominante da un punto di vista sessuale. È compito della serva infatti mantenere sempre sessualmente eccitato il dominante. La troia soddisfa l’eros, la serva eccita l’eros. La schiava subisce punizioni e umiliazioni anche non direttamente legate all’eros. Appurato che la servitù è un sotto aspetto della schiavitù, esaminiamo in dettaglio tale stato generale. La schiavitù consiste nel perdere i diritti della persona, tranne alcuni che restano sempre in vigore e che vanno ovviamente concordati, e cedere al dominante il possesso e la proprietà del proprio corpo, mente e tempo, soprattutto da un punto di vista sessuale. La schiava non può avere eccitazione sessuale o sesso senza il coinvolgimento o almeno la concessione consapevole (il permesso esplicito) del proprio dominante. Diventare schiava significa quindi rinunciare alla propria autonomia sessuale nel senso più ampio e completo della frase. La schiava non persegue, nella sessualità, il proprio piacere direttamente, ma persegue il piacere sessuale del dominate ed indirettamente, così facendo, il proprio. Se questo le viene negato, la schiava accetta passivamente e gode di tale rinuncia. La schiava ubbidisce e non chiede mai, la schiava tende alla perfezione che intende il dominante, la schiava non avendo diritti non può scegliere nulla né per sé né per altri. Nel caso di cessioni o vendite, la schiava non può rifiutare alcunché e deve trovare piacere in tale stato di abbandono sessuale. In caso l’aspirante sissy trovi qualche difficoltà ad accettare alcune tecniche di sissificazione, per esempio di leccare lo sperma, di ingoiarlo, o altre cose abbastanza frequenti, deve ricordarsi del proprio stato di schiavitù ed accettarle per questo. La schiavitù è l’arma della sissy per superare le tante prove del proprio addestramento. La schiava sopporta il dolore e le umiliazioni, la schiava sa che il proprio dolore e le proprie umiliazioni sono il piacere del dominante e deve arrivare a sentire che esse sono il proprio piacere. Evidentemente dopo aver spiegato a una sissy il suo stato di schiava, occorre addestrarla a subire punizioni e umiliazioni senza tentennamenti ma anzi essendo capace di inventarne sempre di nuove e di suggerirle al proprio dominante. Altri corsi spiegano in dettaglio tipologie di punizioni fisiche e di umiliazioni e non è questa la sede per dilungarci su di esse, anche perché si tratta di molte centinaia di applicazioni.

9. La sissy di padrona

Abbiamo già avuto modo di accennare alla situazione in cui il dominio della sissy e l’addestramento appartiene a una donna biologica. A parte rari casi di donne prostitute, che non riusciranno mai, tranne casi particolarissimi, ad addestrare pienamente una sissy per la mancanza di tempo necessaria, in genere le mistress sono amiche della sissy, da questa stessa cercate o da essa scoperte. In genere una delle cose che più amano le mistress di una sissy è costringerla a fare i lavori di casa. La sissy diventa così esperta di lavare, stirare, cucinare, rassettare e spesso la mistress gode nel mostrare alle sue amiche o ai suoi amici, spesso di lavoro, la propria sissy, impartendo a quest’ultima umiliazioni assai cocenti ed educative del proprio stato. L’addestramento da padrona si distingue per la minore presenza del sesso nell’addestramento, a differenza dell’addestramento da master in cui la sessualità fisica e diretta rappresenta spesso un elemento distintivo. La sissy dunque resta molto di più, in questo caso, in uno stato di eccitazione non soddisfatta e represso e l’uso di idonei strumenti di astinenza forzata si rendono indispensabili. Ottime le cinture di castità che si trovano in commercio a qualche centinaio di euro e che danno alla mistress anche l’opportunità di decidere lei, possessore della chiave di un lucchetto, quando concedere il riposo. Purtroppo tali strumenti funzionano male ed è molto facile per la sissy toglierli anche senza disporre della chiave del lucchetto. La mistress dispone tuttavia della prova del cucchiaio con cui smaschera facilmente la propria sissy che ha avuto un orgasmo. La mistress che ha dei dubbi, infatti, masturba la sissy e raccoglie in un cucchiaio il suo sperma. Se il contenuto è insufficiente, la mistress ha la prova del tradimento, che è davvero gravissimo e che in genere è punito con punizioni e umiliazioni severissime se non estreme. In genere la punizione che la sissy già conosce in anticipo (valenza deterrente della conoscenza preventiva della pena cui si sarà soggette in alcuni gravissimi casi di reato) è quella di mostrare a comuni amici ignari dello stato di sissy del soggetto sub, la sissy vestita e truccata da sissy, in alcuni casi anche spogliandola nuda e mostrandone il clitoride depilato magari infiocchettato in un nastro rosa di contenzione. È una punizione estrema che ben si adatta a tale genere di reato gravissimo. In genere, a parte le attività di addestramento sessuale, la sissy di mistress provvede al generale andamento della casa come una perfetta serva, la accompagna a fare compere, la spoglia, la veste, la lava, le asciuga la vagina e l’ano dopo i bisogni corporali, assiste se richiesto ai bisogni della mistress, dorme raramente al suo fianco in genere a terra o sotto il letto della mistress. La mistress con sissy ha diritto ad amanti sessuali di ogni tipo, se non altro a scopo addestrativo della sissy e ha il dovere di mostrare alla sissy queste sue attività sessuali o almeno comunicargliene l’esistenza. Questa attività addestrativa va sotto il nome di cuckholding ed è trattata separatamente. La sissy di mistress ha il problema del cazzo, nel senso che scopo della sua sessualità resta la soddisfazione del cazzo maschile che, in una mistress, non può trovare. Ecco perché il cuckholding è la normale soluzione a tale problema. In alternativa si procede alla desessificazione della sissy tramite mungiture o, in alcuni casi, tramite l’utilizzo incrociato di altre sissies. Tale pratica, poco diffusa ma molto bella ed interessante, consiste nell’utilizzare le proprie sissies da parte di più mistress, che le costringono ad avere rapporti sessuali fra di loro, davanti a loro mistress, potendo così soddisfare la voglia di cazzo e subendo nel contempo serie umiliazioni e prove anche fisiche di resistenza. Molti siti internet ormai garantiscono la possibilità di tale pratica, la messa a comune di sissies. In Italia “la gabbia” fornisce ottimamente, gratuitamente e in maniera anonima tale servizio. Fare sesso con un’altra sissy è per una aspirante sissy motivo di grande imbarazzo ma anche occasione preziosa di crescita personale nel proprio stato sottomesso.


10. La sissy della propria compagna

Abbiamo già accennato a tale intrigantissima situazione purtroppo poco diffusa. Mentre nel caso di cui al capitolo precedente la sissy e la mistress in genere si incontrano su siti internet, in questo caso è in genere la sissy a dover fare la prima mossa con la propria compagna. Rari casi dimostrano il contrario. Bisogna sfruttare le iniziali predisposizioni della compagna ad esercitare un ruolo dominante nella vita di coppia, anche da punto di vista sessuale sperando che una certa dose di perversione sia preesistente. Se è così, non è difficile far capire che si gradisce essere comandati, subire, sia psicologicamente che fisicamente e quindi piano piano scivolare in una condizione di sudditanza di fatto. Da questa passare al ruolo di sissy non è facile. In genere il modo di farlo è esplicitare il proprio bisogno di depilarsi e di vestirsi da femmina. Se la compagna sta al gioco, il più è fatto e basta un po’ di tempo e di siti internet giusti a fare il resto, a trasformare cioè la compagna in severa dominante e addestratrice di sissy. La depilazione, d’altra parte necessaria per una sissy, è difficile farlo accettare alla propria compagna, specialmente se tradizionalista e quindi tanto vale, prima di depilarsi, provare a sondare la possibilità di un rapporto iniziale sub – dom per poi passare a chiarire i propri istinti di sissy. In un capitolo precedente abbiamo accennato alla situazione, abbastanza frequente di sissy nascosta, che vive con una compagna ed abbiamo mostrato come ciò sia possibile e che anzi possa aiutare nell’addestramento la sissy. Se la compagna consapevole, non conosce in dettaglio le tecniche di sissificazione, occorre suggerirle la lettura di questo manuale o almeno la visione di alcuni contenuti di molti siti internet che parlano di sissies. La compagna perde un maschio alfa ma guadagna la liberta sessuale con altri maschi, il potere di comando e dominio sul compagno e sulla casa, la possibilità di comandare davvero su tutti gli aspetti di vita comune. La sissy cede infatti il proprio stipendio alla compagna consapevole e mistress e dispone di pochissimo denaro per sé che può comunque spendere solo con il permesso esplicito della padrona. Anche in casa la mistress compagna consapevole perde qualsiasi obbligo di lavoro che passa alla sissy. Nel caso di figli i due complici devono mostrare due volti: alla prole il normale volto di coppia eterogenea tradizionale, fra di loro invece si comporteranno come mistress e sissy. La sissy indosserà sempre sotto gli abiti maschili intimo femminile e in casa porterà sempre cordicella e dildo, sarà totalmente depilata e consentirà alla compagna consapevole mistress di fare sesso con altri uomini. Prima dell’arrivo dell’amante, la mistress mungerà la sissy e la terrà sottomessa con forza. Una completa desessificazione preliminare è consigliata (vedi corso sulla desessificazione).



11. La sissy di padrone maschio

La sissy di master non avrà problemi di cazzo anche se soffrirà la mancanza di un esempio femminile costantemente vicino. Il controllo della sessualità da parte del master è più difficile e l’addestramento sarà di conseguenza più duro. La sissy deve amare il proprio padrone ma deve anche temerlo e alcune punizioni iniziali molto dure le faranno capire cosa l’aspetta in caso di errore. In questo caso palettature severe ovariche sono sufficienti a indirizzare in questo senso una sissy di master. La severità fisica distingue l’addestramento di un master da quello più sottile e perverso di una mistress ma occorre ripetere che la severità occorre per evitare la perdita di concentrazione della sissy. Nel caso in cui una sissy di master abbia una compagna femmina biologica non consapevole, il master le permetterà di fare sesso anche attivo con la compagna ma solo a date stabilite e secondo alcune modalità sottomesse. La sissy dovrà mostrare al master la foto della compagna, anche nuda, portarle suoi indumenti intimi usati, insomma far eccitare il master con la propria compagna. In questo modo sentirà in parte l’effetto cuckholding che l’addestramento da master non può darle direttamente. Il master, da parte sua, deve impegnarsi a non approfittare di tale situazione cercando di abbordare la compagna della sissy, a meno di richiesta di quest’ultima assolutamente spontanea. Dovrà infine raccontarle ogni particolare dei suoi rapporti intimi con lei e spiegargli in dettaglio le eventuali perversioni della compagna. Riceverà dal master anche consigli interessanti. Un modo per il master per controllare i miglioramenti della propria sissy consiste nel farla iscrivere a una piscina cui egli stesso è iscritto e andare con lei a nuoto. Si ricordi che la sissy è depilata e dovrà fare la doccia in promiscuo con altri uomini, mostrandosi depilata. Davanti al proprio padrone. La sissy sa che in questi casi dovrà osservare molti cazzi e in caso di avances da parte di qualche uomo, dovrà cedere senza ritrosie, manifestandosi come sissy in pubblico. Quindi il suo padrone le dirà cosa fare e se andare avanti su quel terreno con quell’uomo o interrompere tutto. Ma la lezione sarà servita moltissimo.


12. Miglioramenti continui

Non esiste una sissy perfetta. Ogni sissy può sempre e continuamente migliorare. Innanzitutto superando tutti i suoi limiti che sono riportati nel suo contratto di sissy e poi migliorando nelle cose che sa già fare. Ballare, fare lo streap-tease, subire torture estreme o umiliazioni estreme, uscire “en femme” in varie occasioni, mostrarsi in siti di sissies con foto e filmati, rimorchiare in pubblico o per strada, insomma molte sono le strade di miglioramento che una sissy può intraprendere. Dovrà intraprenderle tutte e questo lei lo sa sin dall’inizio. È la sua forza che non la farà mai sedere a terra. Una sissy è uno stato non un qualcosa che si raggiunge. La sissy è eternamente insoddisfatta, ansiosa, femminilmente isterica e perfezionista, alla ricerca di superamenti del proprio stato. Ricordando le tre condizioni: serva, schiava e troia. Lavorando su queste tre condizioni potrà mantenere un diario costante della sua esperienza e misurare i miglioramenti,. Il diario della sissy appartiene al suo dominante. Nel diario non può tenere segreti né tacere nulla dei suoi pensieri più segreti e intimi. La lettura del diario è parte iniziale della sessione di addestramento di una sissy.

13. La sissy e le mestruazioni
Una volta al mese la sissy, come tutte le femmine, ha le mestruazioni. Dovrà abituarsi a tale stato di difficoltà e debolezza. Indosserà pannolini bagnati e possibilmente un assorbente genitale per due o tre giorni. In quel periodo non potrà avere sesso e, se comandata dal dominante potrà essere serva e schiava o troia orale. Nel caso di sissy di mistress o di compagna consapevole, la sissy leccherà le mestruazioni della femmina dominante direttamente dalle mutandine sporche, dagli assorbenti o dal bidet dove la femmina si laverà. Dovrà superare ogni ostacolo psicologico su tale punto che le appartiene e che dovrà sentire suo. In quel periodo subirà clisteri punitivi per simulare il mal di pancia.

14. La sissy oltre i 50 anni

Non è vero che la sissy deve essere giovane. Una sissy 50 enne o anche più vecchia può essere ancora una brava sissy. Evidentemente dovrà dare al dominante più di una sissy più giovane per compensare la vecchiaia e sarà pertanto più serva, più schiava e più troia. Oltre i 49 anni la sissy non può avere contrattualmente limiti di sorta se non quelli di riservatezza personale o finanziari.

15. Sissificazione estrema

La sissy estrema è una sissy che da anni sa fare la sissy e che intende superare ogni limitazione. Deve quindi essere una sissy dichiarata, uscire liberamente “en femme”, essere conosciuta universalmente come vecchia troia e non avere limiti con i dominanti. Nei corsi successivi si espliciterà nel dettaglio cosa si intende per limiti di una sissy e pertanto anche cosa superare.

La filosofia nel boudoir-Bdsm creuza du male